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Juan Francisco, l’angelo che salva i migranti in mare

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@guardiacivil

Alvaro Real - pubblicato il 21/05/21

È un agente del Gruppo Speciale di Attività Subacquee della Guardia Civil spagnola, e la sua immagine è diventata un'icona di ciò che si sta vivendo in questi giorni a Ceuta

Migliaia di persone si sono gettate in acqua sull’ormai famoso frangiflutti di Ceuta cercando di passare dal Marocco alla Spagna. Pochi metri a nuoto in un mare con correnti molto fredde e un equipaggiamento molto carente. Alcuni hanno usato dei galleggianti giocattolo, altri bottiglie vuote o giubbotti di sughero… Padri e madri con figli piccoli stretti a sé con dei panni. Figli sulle spalle alla mercè del mare. Angoscia, panico sul volto, paura negli occhi…

In mezzo al caos provocato dall’ennesima crisi politica tra Spagna e Marocco, la Guardia Civil spagnola cerca di riscattare le persone più vulnerabili. Tutti ricordano l’immagine di Aylan su una spiaggia della Turchia o quella di Valeria nel Río Bravo. Se a Ceuta non abbiamo visto immagini come quelle è stato anche grazie a Juan Francisco e al suo compagno Braulio.

I due hanno visto una mamma con il suo bambino, si sono resi conto che non ce la potevano fare e si sono gettati in mare per salvarli. Non hanno esitato: “Abbiamo preso il bambino, era gelato, freddo, non si muoveva…”, hanno spiegato ai microfoni della CADENA COPE.

Sono stati momenti “drammatici”, perché a volte non sapevano se quello che i migranti stringevano erano neonati, bambini piccoli, “zaini o abiti”.

Il lavoro della Guardia Civil spagnola, dell’Esercito, della Croce Rossa, di Caritas-Ceuta e di molti volontari ha fatto sì che la crisi di Ceuta non andasse oltre e non avesse vittime mortali. Nessuno dimenticherà i momenti di terrore, il panico, la paura e la disperazione di chi si è lanciato in mare e l’orrore di essere spinti sul frangiflutti come armi di un conflitto diplomatico.

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“A morire devono sempre andare i figli dei poveri”, afferma sconsolato Santiago Agrelo, arcivescovo emerito di Tangeri sul suo profilo Facebook. Questa volta non ci sono stati morti grazie all’esistenza di “buoni samaritani”, che come Juan Francisco si sono gettati in mare per salvare i più bisognosi.

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