Un appello accorato alle parti in conflitto e a chi ha la responsabilità di far cessare il suono della armi, e un’esortazione a pregare affinché israeliani e palestinesi cerchino la strada della pace. Dopo il Regina Coeli, il Papa si sofferma a lungo sulla drammatica escalation di violenze in Medio Oriente:
Seguo con grandissima preoccupazione quello che sta avvenendo in Terra Santa. In questi giorni, violenti scontri armati tra la Striscia di Gaza e Israele hanno preso il sopravvento, e rischiano di degenerare in una spirale di morte e distruzione. Numerose persone sono rimaste ferite, e tanti innocenti sono morti. Tra di loro ci sono anche i bambini, e questo è terribile e inaccettabile. La loro morte è segno che non si vuole costruire il futuro, ma lo si vuole distruggere.
Il Pontefice esprime la sua preoccupazione anche per l’acuirsi delle tensioni nelle città israeliane:
Inoltre, il crescendo di odio e di violenza che sta coinvolgendo varie città in Israele è una ferita grave alla fraternità e alla convivenza pacifica tra i cittadini, che sarà difficile da rimarginare se non ci si apre subito al dialogo. Mi chiedo: l’odio e la vendetta dove porteranno? Davvero pensiamo di costruire la pace distruggendo l’altro? “In nome di Dio che ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro” (cfr. Documento Fratellanza Umana) faccio appello alla calma e, a chi ne ha responsabilità, di far cessare il frastuono delle armi e di percorrere le vie della pace, anche con l’aiuto della Comunità Internazionale.
L'esortazione è alla preghiera, in particolare per i bambini vittime del conflitto:
Preghiamo incessantemente affinché israeliani e palestinesi possano trovare la strada del dialogo e del perdono, per essere pazienti costruttori di pace e di giustizia, aprendosi, passo dopo passo, ad una speranza comune, ad una convivenza tra fratelli. Preghiamo per le vittime, in particolare per i bambini; preghiamo per la pace la Regina della pace. Ave Maria…
Intanto è stata un’altra notte di lanci di razzi dalla Striscia di Gaza su Israele e di durissimi raid di risposta dello Stato ebraico. Un portavoce militare israeliano fa sapere che dall’inizio delle violenze, da Gaza sono stati lanciati 2.900 razzi, di cui 1150 intercettati dalle batterie anti-missile Iron Dome. Le sirene sono tornate a suonare anche questa mattina ad Ashkelon, Ashdod, Kiryat Malakhi e le cittadine limitrofe, nel Sud di Israele. E' salito a 10 il numero degli israeliani uccisi dai razzi lanciati da Hamas. L'ultima vittima è un giovane di ventotto anni investito dalle schegge di un razzo caduto sulla sua abitazione.
Durante i raid da Israele nella notte contro edifici di Gaza sono rimaste uccise 26 persone, fra cui 8 bambini, i feriti sono oltre 50. Lo riferisce l'agenzia di stampa palestinese Maan, secondo la quale una intera famiglia è stata sterminata dalle bombe. In una settimana a Gaza hanno perso la vita 174 palestinesi, 1200 i feriti, spiega il ministero della sanità di Hamas citato dai media. Colpita, informa Israele, la casa del capo dell'ufficio politico di Hamas,Yahya Sinwar. Inoltre, secondo le stime dell’esercito israeliano, la Striscia di Gaza dovrebbe rimanere oggi senza elettricità. In giornata finiranno le scorte di combustibile per alimentare i generatori.
Questa mattina è cominciata la riunione del Gabinetto di sicurezza del governo israeliano che affronta la situazione con la Striscia e i successivi passi da intraprendere. Intanto Hady Amr - inviato del presidente degli Stati Uniti Biden - ha avviato il suo giro di incontri vedendo il ministro della difesa Benny Gantz, il suo obiettivo è una de-escalation del conflitto. Stesso obiettivo per l'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, che ha convocato per martedì un vertice straordinario dei ministri degli Esteri dell'Ue, per affrontare 'escalation in corso tra Israele e Palestina e il numero inaccettabile di vittime civili'.