Ilaria, trentina di 22 anni, ha rappresentato la sua parabola di anoressica in via di guarigione illustrando un albo ispirato alla favola del Brutto Anatroccolo di Andersen.
Sulla rubrica “Buone notizie” del Corriere della Sera dello scorso 12 aprile leggiamo la storia di Ilaria Gasperotti, una giovane di Trento poco più che ventenne che ha deciso di affidare il racconto della sua storia di anoressica in via di guarigione ad un albo illustrato. Per farlo si è ispirata alla favola del Brutto Anatroccolo di Andersen, ricca di significati sulla sofferenza di crescere e il travaglio di riconoscere la propria personale bellezza. Così ha iniziato a mettere in disegni e parole l’ingresso nella malattia:
Sei arrivato un giorno in punta di piedi. Non so precisamente quando e come. Mi sono fidata di te, inconsapevolmente, fin dal primo giorno. Da lì è iniziato tutto.
Come Andersen che nelle sue fiabe ha trasferito elementi della sua infanzia difficile, così Ilaria – appena laureatasi in Fumetto e Illustrazione all’Accademia delle Belle Arti di Bologna – ha raccontato la “favola” della sua vita disegnando quel qualcosa che la teneva imprigionata come nella tela di un ragno, che assorbiva completamente i suoi pensieri, che in qualche modo conosceva ma non riusciva a mettere bene a fuoco.