Nella Top 10 di Netflix c'è un film di animazione che parla di una famiglia normalissima e imperfetta che salva il mondo. Tanta propaganda ideologizzata in giro, eppure il pubblico guarda quello in cui si riconosce davvero.
Una mamma, un papà, due figli, un cane … e l’apocalisse dei robot. Uscito lo scorso 30 aprile il film di animazione I Mitchell contro le macchine ha scalato la classifica di Netflix piazzandosi nella Top 10. Possibile che quella vecchissima storia sulla famiglia sgangherata che salva il mondo funzioni ancora? Davvero ci lasciano guardare scene in cui si parla impunemente di “padre” e “madre” senza disclaimer? Eh sì, ma non solo. Il pubblico lo apprezza assai.
Il mondo è in pericolo perché le macchine prendono il potere e vorrebbero annientare il genere umano. Non è una trama clamorosamente nuova, anzi. E non è neppure originale l’idea che a salvare le sorti del nostro pianeta sia il protagonista più improbabile. In questa pellicola la protagonista è Katie Mitchell, una ragazza pronta a lasciare la sua famiglia per andare al college. Accanto a lei c’è un padre aggiustatutto e poco tecnologico, una madre non filiforme e simpaticissima, un fratello di nome Aaron fissato coi dinosauri e il cane Mochi, strabico.
La trama de I Mitchell contro le macchine è, secondo una certa lettura, banale. Ma visto il successo decretato dal pubblico, forse si può azzardare a dire che banale è un gran bel complimento. Ogni mattina prendiamo uno o due o più caffé, ma non diremmo che è banale per il semplice fatto che l’azione si ripete sempre uguale. Diremmo che è un’abitudine.
Ci sono riti che ci piace ripetere. Uno di questi è fare memoria che la nostra presenza, per quanto piccola e imperfetta, collabora a costruire un destino migliore per il mondo. Le storie che parlano di avventure con eroi quotidiani che compiono gesta incredibili sono cronache di vita vissuta pericolosamente ogni giorno. Ciascuno di noi preparando un pranzo, anche solo riscaldato al microonde, salva il mondo: salva – ad esempio – i propri figli dallo sbranarsi a vicenda quando escono da scuola con un appettito degno di un T-Rex.
In una scena bellissima Katie Michell scopre che sua madre se la cava benissimo in mezzo all’apocalisse dei robot e si complimenta con lei. A questo punto a mamma Linda, maestra elementare, spetta la battuta migliore possibile: «Cara, questa è la mia giornata tipo».
E qui si ride e si applaude. Proprio perché non è una novità, tutti sappiamo bene cosa intende. Tutti abbiamo bisogno di riderci su e di applaudire alle nostre apocalissi quotidiane.