È il tema del momento della politica, che deve fare i conti con economia ed interessi. È il tema di sempre di Francesco, che guarda costantemente agli esseri umani, specie se interessano a pochi. Los Angeles si illumina per uno spettacolo su YouTube, che vuole avere la forza di un movimento d’opinione in grado di spostare gli equilibri sulla gestione della campagna mondiale anti-Covid nei Paesi poveri. Il Papa si unisce alle voci delle star della musica e del cinema e agli altri sostenitori di primo livello, dal presidente Usa Biden alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, dal premier italiano Mario Draghi nei panni anche di presidente del G20.
L’inizio del videomessaggio di Francesco ha un tocco di umorismo personale – “ricevete un cordiale saluto da questo vecchio, che non balla né canta come voi” – e prosegue con l’incisività di un magistero che come sempre abbraccia il pianeta fin negli angoli abbandonati: “L’ingiustizia e il male non sono invincibili (…) Vi prego di non dimenticarvi dei più vulnerabili”.
Dinanzi a tanta oscurità e incertezza c’è bisogno di luce e di speranza. Abbiamo bisogno di cammini di guarigione e di salvezza. E mi riferisco a una guarigione alla radice, che curi la causa del male e non si limiti solo ai sintomi. In queste radici malate troviamo il virus dell’individualismo, che non ci rende più liberi né più uguali, né più fratelli, piuttosto ci trasforma in persone indifferenti alla sofferenza degli altri.
In una contingenza di pandemia in cui le “varianti” sono qualcosa da temere, il Papa ne individua di altro tipo. Una “variante di questo virus – afferma – è il nazionalismo chiuso, che impedisce, per esempio, un internazionalismo dei vaccini”. Ma non è l’unica.
Un’altra variante è quando mettiamo le leggi del mercato o di proprietà intellettuale al di sopra delle leggi dell’amore e della salute dell’umanità. Un’altra variante è quando crediamo e fomentiamo un’economia malata, che permette che pochi molto ricchi, pochi molto ricchi, posseggano più di tutto il resto dell’umanità, e che modelli di produzione e consumo distruggano il pianeta, la nostra “casa comune”.
“Queste cose – prosegue Francesco – sono interconnesse. Ogni ingiustizia sociale, ogni emarginazione di qualcuno nella povertà o nella miseria incide anche sull’ambiente”. Echi di Laudato si’, della Fratelli tutti si richiamano a vicenda nelle diverse considerazioni, che stavolta puntano diritte alla richiesta attorno al quale ruota l’evento californiano.
Natura e persona siamo uniti. Dio Creatore infonde nei nostri cuori uno spirito nuovo e generoso per abbandonare i nostri individualismi e promuovere il bene comune: uno spirito di giustizia che ci mobiliti per assicurare l’accesso universale al vaccino e la sospensione temporanea del diritto di proprietà intellettuale; uno spirito di comunione che ci permetta di generare un modello economico diverso, più inclusivo, giusto, sostenibile.
La preghiera finale del Papa è a Dio “affinché – è l’auspicio – ci conceda il dono di una nuova fratellanza, una solidarietà universale e affinché possiamo riconoscere il bene e la bellezza che ha seminato in ognuno di noi, per rafforzare vincoli di unità, di progetti comuni, di speranze condivise”.