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Cattolici in pandemia: libertà di coscienza o dovere di vaccinarsi?

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Jesús Colina - pubblicato il 05/05/21

In epoca di Covid-19 il cristiano può sentirsi tranquillo se decide di non vaccinarsi? E se si vaccina?

Se di fronte allo sviluppo attuale della pandemia i vaccini sono lo strumento più efficace per evitare la diffusione del virus, un cattolico ha il dovere morale di vaccinarsi?

È la domanda che si pongono molti credenti. In generale chi se lo chiede è favorevole ai vaccini contro il Covid-19.

I cattolici che nutrono dubbi di carattere sanitario o etico rivendicano piuttosto la libertà di coscienza di non vaccinarsi.

Cosa risponde la Chiesa cattolica a queste domande?

Verifichiamo la risposta partendo dalle fonti del Magistero ordinario della Chiesa cattolica.

Il documento di riferimento della Santa Sede sul tema è la Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede sulla moralità dell’uso di alcuni vaccini anti-Covid-19, pubblicata il 21 dicembre 2020.

Libertà di coscienza, come e quando?

Per la Chiesa, la decisione di vaccinarsi o di non vaccinarsi è seria, con implicazioni morali e sanitarie, motivo per il quale afferma che “la vaccinazione non è, di norma, un obbligo morale”.

Possiamo chiederci se la situazione del tutto eccezionale di questa pandemia e l’incapacità di trovare altri mezzi sicuri per evitare la morte delle persone rappresentino una di quelle situazioni particolari che sfuggono alla “regola generale” menzionata dalla Congregazione vaticana.

Effetti collaterali

Di fatto, la situazione di pandemia mondiale e i suoi numeri a livello di contagi e vittime potrebbero portare a questa conclusione.

Sulla base delle informazioni disponibili, molte persone temono gli effetti collaterali provocati dai vaccini per la salute e preferiscono attenersi alla libertà di coscienza per non vaccinarsi.

Tra mettere in pericolo la propria salute per via del virus e le ripercussioni di un vaccino preferiscono non vaccinarsi, basandosi sulle informazioni che hanno o sulle proprie condizioni di salute.

Il fatto che le autorità abbiano bloccato momentaneamente la distribuzione di vaccini come Johnson & Johnson o AstraZeneca per verificarne gli effetti collaterali mostra che questa prudenza può essere in certi casi comprensibile.

Ad ogni modo, è sufficiente perché una persona possa ricorrere alla libertà di coscienza.

La responsabilità morale sarebbe molto diversa se quella persona assumesse posizioni pubbliche contro i vaccini con l’obiettivo di scoraggiare o impedire alle persone di vaccinarsi.

Questo sarebbe giustificato moralmente solo se avesse prove scientifiche attendibili del fatto che i danni dei vaccini non sarebbero giustificati dai loro benefici.

Possiamo tuttavia assicurare che le autorità sanitarie dei vari Paesi del mondo, come anche vari noti esperti scientifici, hanno scartato tassativamente questa possibilità nel momento attuale. Le autorità e gli esperti possono sicuramente sbagliare, ma la quasi unanimità costituisce un elemento determinante di credibilità.

Sono giunti a questa constatazione gli episcopati di vari Paesi, che non hanno competenza in questioni sanitarie o scientifiche.

Ad esempio, si possono leggere le risposte a domande etiche sui vaccini contro il Covid-19, del Segretariato per le Attività Pro-Vita della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, quando si rimanda alle garanzie sanitarie offerte dalle autorità del loro Paese.

Problemi etici

Il secondo motivo per il quale alcuni si avvalgono della libertà di coscienza per non vaccinarsi è di carattere etico. Queste persone constatano che nei Paesi occidentali gli unici vaccini attualmente disponibili sono stati prodotto in modo più o meno diretto a partire da linee cellulari provenienti da feti abortiti.

La Congregazione per la Dottrina della Fede conferma nella sua Nota che in queste circostanze eccezionali un cattolico può vaccinarsi con la coscienza tranquilla, ma considera al contempo che ci troviamo davanti a un’argomentazione valida perché una persona, in piena coscienza, decida di non vaccinarsi.

La Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, dal canto suo, ha chiarito che non tutti i vaccini sono stati realizzati con le stesse implicazioni etiche.

Come spiega l’Istituto Charlotte Lozier, citato spesso dalla documentazione della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, Pfizer e Moderna suscitano preoccupazione a causa delle linee cellulari derivate dall’aborto utilizzate nella fase di test, ma non nella produzione.

Al contrario, i vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson non solo sono stati sottoposti a test, ma anche prodotti utilizzando linee cellulari derivate dall’aborto, il che suscita ulteriori preoccupazioni etiche.

Se un cattolico non può scegliere il vaccino, in virtù della nota pubblicata dalla Santa Sede può in coscienza vaccinarsi con qualsiasi di loro. Potendo scegliere, dovrà optare per quelli realizzati con standard etici superiori.

Coerenza etica

Allo stesso tempo, la Congregazione chiede coerenza a queste persone molto sensibili nei confronti del rispetto della vita umana: “Coloro che, comunque, per motivi di coscienza, rifiutano i vaccini prodotti con linee cellulari procedenti da feti abortiti, devono adoperarsi per evitare, con altri mezzi profilattici e comportamenti idonei, di divenire veicoli di trasmissione dell’agente infettivo”.

In particolare, aggiunge la Santa Sede, quanti decidono in coscienza di non vaccinarsi “devono evitare ogni rischio per la salute di coloro che non possono essere vaccinati per motivi clinici, o di altra natura, e che sono le persone più vulnerabili”.

Ciò significa coloro che non si vaccinano si stanno assumendo una responsabilità grave, perché mettono in pericolo la vita la vita delle persone che li circondano.

Per questo motivo, la Chiesa rifiuta moralmente la posizione di quanti si oppongono ai vaccini senza argomentazioni scientifiche ed etiche proporzionate all’emergenza sanitaria e al rischio che possono provocare al prossimo.

Queste persone possono commettere un atto moralmente grave se, in assenza di una base scientifica o etica, incitano a non prendere misure di sicurezze che siano all’altezza del pericolo che corre l’umanità.

Dovere morale di vaccinazione?

Anche se abbiamo visto che la Chiesa riconosce la libertà di coscienza, constatiamo al contempo che sottolinea la gravissima situazione che attraversa l’umanità e i doveri che comporta.

In un’intervista trasmessa il 10 gennaio scorso dal TG5, Papa Francesco riconosceva di credere che nelle circostanze attuali “eticamente tutti debbano prendere il vaccino”.

“È un’opzione etica, perché tu ti giochi la salute, la vita, ma ti giochi anche la vita di altri”, ha spiegato il Pontefice.

Il vescovo di Roma giunge a questa conclusione partendo da due considerazioni evidenti:

● Come spiega la Congregazione per la Dottrina della Fede nella sua nota, vista la situazione estrema che viviamo, un cristiano, in coscienza, può vaccinarsi con i vaccini attualmente disponibili, nonostante la loro origine etica compromessa.

● Nella situazione attuale, possiamo essere ragionevolmente sicuri del fatto che i vaccini rappresentino l’unico metodo efficace su cui conta per il momento l’umanità per giungere all’immunità di gregge, evitando così altri milioni di morti.

In quell’intervista, che non consiste in un pronunciamento magisteriale perché era una conversazione con un giornalista, il Papa ha formulato la responsabilità morale nei confronti del bene comune, o “opzione etica”, che implicano i vaccini.

Un atto di carità”

Gli episcopati del mondo si sono riferiti a quella responsabilità morale come a un “atto di carità”, come hanno detto, ad esempio, i vescovi degli Stati Uniti, i vescovi del Paraguay o quelli di alcuni Paesi africani.

“Vaccinarsi in modo sicuro contro il Covid-19 va considerato un atto d’amore nei confronti del prossimo e parte della nostra responsabilità morale per il bene comune”, affermano i Comitati per la Dottrina e Pro-Vita della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti.

Comandamento dell’amore”

Se la decisione di vaccinarsi è una “responsabilità morale” e costituisce un “atto di carità”, ciò vuol dire che per il cristiano l’atto libero di vaccinarsi può diventare un modo di vivere il Vangelo di Gesù Cristo, che ha lasciato ai Suoi discepoli il Suo “comandamento nuovo”.

Per questo motivo, per concludere, possiamo affermare che quando il cristiano decide in modo libero e consapevole di vaccinarsi, dopo aver analizzato le implicazioni sanitarie ed etiche, può compiere un gesto concreto per manifestare il “comandamento dell’amore” del suo Signore alle sue sorelle e ai suoi fratelli.

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