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Spiritualità
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Pilato non avrebbe ordinato il lavabo da san Giuseppe

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Cuzco School | Brooklyn Museum | Public Domain

Saint Joseph et l'Enfant Jésus, Ecole de Cuzco.

Mathilde De Robien - pubblicato il 30/04/21

In quest'anno che esalta particolarmente il padre putativo di Gesù, Aleteia vi propone delle meditazioni di grandi maestri spirituali o di poeti cattolici. Oggi il francese Francis Jammes.

Poeta e romanziere, Francis Jammes ha passato la maggior parte della sua vita nel Béarn in cui è nato e la cui natura verdeggiante è stata la principale fonte d’ispirazione.

I suoi testi successivi alla conversione – che avvenne nel 1905 grazie a Paul Claudel, quando il primo dei due aveva 37 anni – sono fortemente segnati da questo momento spirituale. Alcuni critici ritengono che si sia trattato di un mero ritorno alla fede, visto che Francis Jammes aveva ricevuto un’educazione religiosa (Gide lo schernì definendolo “pecorella che fu riportata facilmente al Signore”), ma il poeta basco attesta per sé che questo evento fu radicale come la conversione di un eretico, e di esserne uscito trasformato, nato di nuovo.

Francis Jammes ha composto alcune preghiere, specialmente a Maria, ma anche a san Giuseppe – come è il caso di un lungo testo dal quale traiamo un estratto destinato agli «operai di buona volontà».

Voi mi siete testimone, san Giuseppe, che le sole vere gioie da me gustate sono nell’ombra, sono quando mi sento con voi.

Quando uno è privato di onore, quanto è dolce amare il proprio mestiere, dirsi che si lavora nella vostra bottega e che perlomeno la nostra famiglia contempla la nostra opera con l’occhio benevolo della fede!

Quanti ne hanno visti, Gesù e Maria, di uomini che vi tenevano poco da conto, che contrapponevano alla vostra bottega dai mobili semplici e onesti le loro arti decorative! Non è da voi che un Pilato commissionò il proprio lavabo, Erode il suo letto, Cesare la sua sedia. Quelli si rivolgevano a fornitori ufficiali, i quali ne ricevevano gloria.

Ma voi, amatissimo Patrono, voi avete deposto nei cuori degli operai di buona volontà – cui non vanno i favori dei potenti di questo mondo – quella semente nascosta che si chiama amore, e che non si vende né si compra.

Questa semente voi la fate fruttificare e fermentare così tanto, in me, che la mia bocca non sa dirvi la mia allegria.

Donatemi l’ombra, o altrimenti il mio amore è morto.

Francis Jammes

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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