Aleteia logoAleteia logoAleteia
venerdì 29 Marzo |
Aleteia logo
News
separateurCreated with Sketch.

Cosa è successo a Nadia De Munari, la missionaria laica uccisa in Perù?

Nadia-De-Munari.jpg

Unknown | Fair Use

Lucandrea Massaro - pubblicato il 26/04/21

Maestra d’asilo, nel 1990 era partita per l'Ecuador, dal 1995 in Perù e da lì una vita spesa per insegnare ai piccoli, più di vent'anni passati sulla Sierra a 3400 metri.

Nadia De Munari, 50 anni, originaria di Schio (Vicenza), è stata uccisa in Perù a colpi di machete mentre dormiva nel suo appartamento nella località costiera peruviana di Chimbote.

Nadia viveva nella casa famiglia “Mamma mia” a Nuevo Chimbote. Al mattino quando gli altri volontari non l’hanno vista alla preghiera del mattino si sono preoccupati e mentre il telefono squillava a vuoto, sono andati a sincerarsi delle sue condizioni. Ha trovarla è stato Padre Raffaele: il corpo martoriato dalle ferite. Purtroppo le condizioni critiche di Nadia De Munari, viva anche se incosciente, e le difficoltà – in un paese povero come il Perù – di trovare assistenza ospedaliera adeguata durante la pandemia del Covid che ha colpito anche il Sud America, ha strappato la donna ai suoi cari e alla sua missione. Nadia infatti si occupava della gestione di sei asili e una scuola elementare e di una baraccopoli a Nuevo Chimbote nell’ambito dell’operazione Mato Grosso.

Agenti della squadra omicidi di Lima – riferisce il quotidiano locale, Diario de Chimbote – si sono recati nella località costiera peruviana per partecipare alle indagini sull’omicidio. La polizia ha interrogato le cinque persone presenti nella struttura, tra cui un cittadino italiano. Anche un’altra donna, Lisbet Ramrez Cruz, è stata aggredita dai criminali e gli investigatori ritengono particolarmente utile la sua testimonianza. Dalla casa famiglia sono stati rubati solo due cellulari, ma le motivazioni dell’aggressione non sono ancora state ricostruite.

Che cos’è l’operazione Mato Grosso?

L’Operazione Mato Grosso, di cui Nadia De Munari era tra le animatrici più attive e infaticabili, è un movimento a livello nazionale rivolto soprattutto ai giovani, ai quali si propone di lavorare gratuitamente per i più poveri. In America Latina è presente – si legge nel sito dell’associazione – con più di ottanta “missioni” o “spedizioni” nelle quali i volontari (giovani, famiglie, sacerdoti) prestano servizio a favore dei poveri in zone particolarmente depresse e isolate di BrasileBoliviaPerù ed Ecuador.

Si realizzano interventi in campo educativo (scuole agricole, scuole professionali per l’intaglio del legno e tessile, scuole per infermiere…), religioso (chiese, oratori, seminari), sanitario (ospedali, ambulatori, infermerie), sociale (creazione di cooperative, costruzione di case, ponti, strade). I ragazzi, scelti tra le famiglie più bisognose, ricevono istruzione, formazione professionale, vitto e alloggio. I volontari (circa 300) prestano la loro opera in forma totalmente gratuita, senza ricevere nessun compenso economico e per tempi più o meno lunghi: si va da permanenze brevi di uno o due anni, fino a presenze stabili di dieci, venti e più anni (volontari permanenti).

Il Riformista

Un’altra volontaria della ONG, Rosanna Stefani, ancora non si capacita di quanto è avvenuto e dice: “In quarant’anni di attività, cioè da quando il nostro Movimento è stato fondato da don Ugo De Censi, non abbiamo mai avuto aggressioni all’interno delle nostre case. Questo naturalmente oggi ci interroga”.

Una martire del Vangelo

Per la sua famiglia e la sua comunità parrocchiale, Nadia è una martire. Una vita spesa a fare il bene e il sorriso sempre sulle labbra:

«Nadia è una martire», sono le parole pronunciate dalla mamma di Nadia De Munari, riprese dal parroco di Schio, paese natale della volontaria che operava per i poveri. «Parole che non potrebbero essere più vere perché Nadia ha donato la sua vita, ci ha messo il sangue», ha riferito all’Adnkronos don Gaetano Santagiuliano, parroco di Schio. Il paese vicentino, come racconta il parroco, «è sotto choc. Nadia tornava a casa ogni due tre anni ed era entusiasta, orgogliosa del servizio che faceva con l’operazione Mato Grosso. Gestiva sei asili e la scuola elementare in una periferia degradata a due ore da Lima ». Il vescovo Baniamino Pizziol, l’intera diocesi di Vicenza e tutti i missionari e le missionarie vicentine nel mondo – scrive la Diocesi – «si stringono al dolore della famiglia De Munari, agli amici dell’ong e alla comunità cristiana per la perdita dell’amata Nadia».

Corriere della Sera

A ricordarla anche la cugina, Katia De Munari, che è anche assessore all’istruzione del comune di Schio, su Facebook: «Oggi è giunto inaspettato e crudele un altro duro colpo da dover accettare…. Sei sempre stata il sole per tutti noi, hai dedicato la tua vita ad amare ed aiutare il prossimo… I tuoi bambini erano fonte di orgoglio e gioia per te e io non vedevo l’ora di ricevere tue notizie, video e le innumerevoli foto del tuo bellissimo mondo pieno d’amore ».

Tags:
missionariperù
Top 10
See More