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Francesco: “vergogna” per l’aiuto negato ai 130 migranti morti in mare

TOPSHOTS Refugees and migrants arrive at the Greek island of Lesbos after crossing the Aegean sea from Turkey on October 1, 2015. UN Secretary-General Ban Ki-moon welcomed the European Union's decision to inject $1 billion to help countries overwhelmed by Syrian refugees, but said more must be done to relocate migrants. AFP PHOTO / ARIS MESSINIS

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Vatican News - pubblicato il 25/04/21
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Dopo il Regina Caeli, il Papa si è detto "molto addolorato" per la tragedia consumata nel Mediterraneo: "sono persone, vite umane, che per due giorni hanno implorato invano aiuto", che non è arrivato. Preghiamo per loro , ma anche per coloro "che possono aiutare ma preferiscono guardare da un’altra parte". Ha ricordato anche le 82 vittime dell'incendio in un ospedale per Covid a Baghdad e il dramma delle isole di Sant'Vincent e Granadine per l'eruzione vulcanica

Un grande dolore, il “momento della vergogna”. Papa Francesco ha nel cuore quelle 130 vite spezzate, e nella mente quei volti “che per due giorni interi hanno implorato invano aiuto, un aiuto che non è mai arrivato”. Dopo la preghiera mariana del Regina Caeli, in Piazza San Pietro, ricorda “la tragedia che ancora una volta si è consumata nei giorni scorsi nel Mediterraneo. 130 migranti sono morti in mare. Sono persone. Sono vite umane”.

E chiede che tutti si interroghino “su questa ennesima tragedia”…

È il momento della vergogna. Preghiamo per questi fratelli e sorelle, e per tanti che continuano a morire in questi drammatici viaggi. Anche preghiamo per coloro che possono aiutare ma preferiscono guardare da un’altra parte. Preghiamo in silenzio…

Il Papa chiede preghiera anche per le vittime, in Iraq, questa notte, “dell’incendio di un ospedale per i malati di Covid a Baghdad. Fino a questo momento sono 82 morti”. Ed assicura la sua preghiera, esprimendo la sua vicinanza, per la popolazione “delle isole di Sant Vincent e Granadine dove un’eruzione vulcanica sta provocando danni e disagi”.

Francesco ricorda infine che venerdì scorso a Santa Cruz del Quiché, in Guatemala sono stati beatificati José María Gran e nove compagni martiri, tre sacerdoti e sette laici della Congregazione dei Missionari del Sacro Cuore di Gesù, “uccisi tra il 1980 e il 1991, tempo di persecuzione contro la Chiesa Cattolica impegnata nella difesa dei poveri”. Animati dalla fede in Cristo, sottolinea, “sono stati eroici testimoni di giustizia e di amore. Il loro esempio ci renda più generosi e coraggiosi nel vivere il Vangelo”.