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Jane Goodall: nella Bibbia si condanna il maltrattamento degli animali

JANE GOODALL

UN_Photo | Flickr CC by NC ND 2.0

Ary Waldir Ramos Díaz - pubblicato il 21/04/21

La professoressa ha partecipato alla conferenza web “Biodiversità”, organizzata dal dicastero vaticano per lo Sviluppo Umano Integrale

Nella Bibbia si condanna il maltrattamento degli animali. “Ogni animale è un individuo, Dio nota anche quando muore un ragno, e quindi bisogna pensare ai tanti esseri che soffrono in questo mondo, non solo umani”, ha affermato l’etologa britannica Jane Goodall, 87 anni, pioniera nello studio degli scimpanzè selvaggi e nota messaggera di pace dell’ONU.

La professoressa Goodall ha partecipato il 20 aprile alla conferenza web “Biodiversità”, organizzata dal dicastero vaticano per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale e dalla Commissione Covid-19, istituita da Papa Francesco per affrontare la crisi sanitaria e sociale.

L’esperta ha chiesto di porre fine al maltrattamento degli animali e ha lamentato la situazione di quelli che soffrono in piccoli spazi in fattorie industriali, riconoscendoli come individui, anche con qualche “forma di intelligenza” come nel caso dei maiali.

Si sarebbe potuto prevenire il Covid-19

La tesi della ricercatrice è che il Covid avrebbe potuto essere prevenuto se si fossero rispettati l’ambiente e gli animali.

L’etologa ha confessato di aver imparato molto dagli scimpanzè, dal contatto fisico alla compassione, e ha sottolineato che a differenza di questi l’uomo ha una capacità intellettuale senza pari, ma anche una capacità distruttiva esponenziale.

“Il pianeta creato da Dio” viene distrutto proprio dalla “creatura con più intelligenza” sulla Terra, ha dichiarato la Goodall. L’uomo “contamina e brucia la propria casa”.

Quanto alla pandemia, Jane Goodall ha ricordato il dolore che ha prodotto, ma anche che l’uomo stesso ha creato la tempesta perfetta per la trasmissione dei virus.

Occupare il territorio degli animali

In questo senso, ha sottolineato la sconsiderata occupazione del territorio degli animali, costretti a vivere sempre più vicini ai centri abitati. Durante l’isolamento, infatti, non sono mancate le immagini di animali che scorrazzavano per le strade vuote di paesi e città.

La Goodall ha difeso la vita degli animali, vittime della caccia e del consumo eccessivo di carne ed esposti a condizioni poco igieniche nei mercati o quando vengono trasportati, cosa che favorisce la trasmissione di nuove malattie anche letali per la salute umana.

Gli studi di zooetica, ha ricordato, già prevedevano una possibile pandemia, perché i virus si possono riprodurre nelle fattorie intensive in cui gli animali sono concentrati in spazi ristretti.

“Abbiamo creato il problema con le nostre stesse mani per la mancanza di rispetto per il mondo animale e per i cambiamenti climatici”, ha aggiunto la Goodall, lamentando l’abuso degli animali, venduti, maltrattati, ridotti a compagni domestici, usati nell’industria della moda, straziati per il commercio di pelli.

Cosa si può fare?

“In primo luogo, dobbiamo ridurre il nostro stile di vita, che è insostenibile. Abbiamo molto più di quello di cui abbiamo bisogno”.

WEB3-LEONARDO DICAPRIO-Jane Goodall-United Nations Photo-CC

“Chiediamoci com’è stato prodotto questo cibo, se nel processo è stato distrutto o contaminato l’ambiente”, ha proseguito la Goodall, invitando a evitare gli sprechi alimentari, ridurre la povertà, prendere decisioni etiche e sostenibili, ridurre il consumo di combustibili fossili e a dare alternative all’agricoltura industriale, lavorando per una cultura “ambientale”, con fattorie a conduzione familiare e lottando contro la deforestazione.

Allo stesso modo, ha denunciato l’uso intensivo di pesticidi in agricoltura, prodotti peraltro da multinazionali che non ammettono i danni al suolo, all’acqua e alla salute.

“Non possiamo continuare a distruggere la nostra terra”, ha dichiarato, chiedendo che l’umanità usi la sua intelligenza e la tecnologia di cui dispone per fermare gli effetti dei gas serra, il riscaldamento globale, l’alterazione della biodiversità o il portare avanti pratiche antiecologiche come l’allevamento intensivo o l’agricoltura industriale.

CARDINAL PETER KODWO APPIAH TURKSON

Dal canto suo, il cardinale Peter K. A. Turkson, prefetto del dicastero vaticano organizzatore dell’evento, ha sottolineato il legame tra la crisi sanitaria dovuta alla pandemia di Covid-19, la crisi climatica e quella della biodiversità.

Il porporato ha anche sottolineato l’importanza di ascoltare gli insegnamenti di Papa Francesco nella Laudato si’ – creare rapporti vitali con il creato e ispirare migliaia di persone attraverso l’istruzione e la rigenerazione di ecosistemi sani sulla Terra.

Quando la biodiversità fiorisce, prospera anche la vita umana, ha affermato, proponendo di utilizzare la formula delle 5P: Proposte, Princìpi, Provocazioni, Pratiche, Proposte. Su questa linea, il seminario è stato un’opportunità per diffondere il messaggio della Laudato si’ applicato alla biodiversità e nel rapporto tra Chiesa, scienza e responsabili del decision making.

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