Un libro che valga davvero la pena leggere è un libro che deve essere sempre riletto.
Il terzo modo di leggere un libro è il più semplice, ma è proprio dei grandi lettori. Si acquista con l’età, l’esperienza, oppure è un dono che si scopre in se stessi, da ragazzi, con la rivelazione delle prime letture. Si tratta di non abbandonare mai «quel» libro, di lasciarlo e riprenderlo, di «andarci a letto».
Ma poiché questo modo è suggerito soltanto dai grandi autori, col tempo si resta circondati soltanto da ottimi libri. E si diventa perfidi, si arriva a capire un libro nuovo ad apertura di pagina, a liberarsene subito.
E se invece il libro convince, a lasciarlo per qualche tempo sempre a portata di mano, sul tavolo o sul comodino, poiché la sua sola vista procura un vero piacere, né si teme di finirlo presto: lo scopo di questi libri è infatti di essere riletti, di farsi riprendere quando tutto va male, quando ci sembra che la verità possa esserci confermata non da quello che succede intorno a noi, ma da quello che è nelle pagine di un libro.
Tutti i grandi libri sono stati letti e continuano ad essere letti così. È più esatto dire che non si tratta di leggerli, ma di abitarli, di sentirseli addosso. Facendone il conto, ognuno trova che i suoi si riducono ad un centinaio, largheggiando. E molti di essi hanno aspettato anni e anni prima di essere ripresi, in un giorno di particolare disgusto esistenziale. Ma è la loro forza.”
Ennio Flaiano, Corriere della Sera, 27 gennaio 1972, ora in La solitudine del satiro, Milano, Adelphi, 1996 (7° ed.: gennaio 2011), pp. 353-355.
Questo modo di intendere la lettura e i grandi libri, in questa rubrica che per sua natura cerca tra i titoli freschi di edizione, sembra fuori luogo se non autolesionista.
Invece è perfetto; tra i 5 titoli che mettiamo in rassegna ci sono potenziali classici, attese rivelazioni, futuri amori eterni. O grandi ritorni, rivisitati.
Come questo: L’Epopea di Gilgamesh, la storia più antica del sempre nuovo e identico a sé stesso desiderio del cuore umano. Riscritto da una maestra di scuola primaria con decenni di esperienza e una creatività portentosa, introdotto da Paolo Molinari, professore e scrittore, illustrato meravigliosamente da un’altra creativa per eccellenza, Miriam Zaccara, mamma di 4, artigiano, sarta, illustratrice, questo piccolo gioiello si presta ad essere letto, riletto, letto ad altri, mimato, copiato, amato.