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La Chiesa era noiosa… finché non ho scoperto queste 4 cose

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Jeffrey Bruno

Catholic Link - pubblicato il 08/04/21

Quando i benefici dell'Eucaristia vengono integrati nella nostra vita, la natura entusiasmante della fede cattolica diventa ancor più manifesta

di Patric Peters

“Non ne ricavo niente!” è una lamentela comune tra chi trova la Chiesa noiosa. Per molte persone cresciute nel cattolicesimo, il senso di non sentirsi “nutriti” porta ad abbandonare del tutto la Chiesa, o almeno a provare altre esperienze cristiane. Molti cercano Chiese con predicatori popolari e musica moderna, dimenticando liturgia e sacramenti.

Buona parte di questa noia deriva dall’ignoranza: semplicemente non sappiamo di cosa tratta la Chiesa, o almeno questa è stata la mia esperienza. Più ho imparato sulla Chiesa, meno mi è sembrata noiosa. Ho trovato quattro elementi in particolare che mi hanno fatto annoiare meno – ed entusiasmare di più – circa la Messa:

1. Adorare come i primi cristiani

Una delle scoperte più affascinanti che ho fatto riguarda la continuità tra la Messa di oggi e l’adorazione dei primi cristiani. La Messa riguarda due millenni di storia cristiana. Eucaristia, liturgia, sacrificio – tutto questo formava il cuore dell’adorazione cristiana fin dall’inizio. San Giustino Martire, cristiano del II secolo, illustra il tipo cattolico di adorazione. La domenica, i cristiani prima leggevano “le memoria degli apostoli” e “gli scritti dei profeti”. Dopo le indicazioni di chi presiedeva, “vengono portati pane, vino ed acqua, ed il preposto, nello stesso modo, secondo le sue capacità, innalza preghiere e rendimenti di grazie” (Apologia Prima, 67).

È bello sapere che la struttura di base della Messa si è mantenuta per più di 1.900 anni. Almeno, perché c’è un documento precedente, la Didachè, che sottolinea il ruolo centrale dell’Eucaristia durante l’adorazione domenicale: “Ogni giorno del Signore, riunitevi e portate del pane” (Didachè, 14).

Questo “format” Scrittura + Eucaristia è non solo antico, ma universalmente presente. Ovunque si sia diffusa la fede cristiana, l’adorazione domenicale era ancorata a due elementi: la Liturgia della Parola e la Liturgia dell’Eucaristia. Occidente o Oriente, latini, greci o siriaci, i primi cristiani praticavano la propria fede in riferimento alla propria cultura rimanendo sempre fedeli a questa forma essenziale della liturgia eucaristica.

Oggi, però, non è insolito che alcune Chiese protestanti releghino l’Eucaristia a un luogo di secondaria importanza. Un motivo di questo è proprio il modo in cui alcuni cristiani comprendono oggi la Comunione, il che porta al punto successivo…

2. L’Eucaristia è Gesù Cristo

Il motivo per il quale la Chiesa per me non è più noiosa è forse il mio apprezzamento più profondo di cosa – o piuttosto di Chi – riceviamo durante la Comunione. Nell’Eucaristia, Cristo è presente. Ricevendola, riceviamo Cristo.

Una celebrazione di pane e vino diventa il mezzo di intima unione con Cristo. Per alcuni cristiani è un’affermazione bizzarra. L’Eucaristia è ovviamente solo pane e vino, giusto? Apparentemente sì: per i sensi è solo cibo comune, ma Cristo usa spesso ciò che è mondano per trasmettere la Sua grazia. Secondo San Paolo, il pane è una reale “comunione con il corpo di Cristo”, e il sangue una “comunione con il sangue di Cristo” (1 Cor 10, 16).

Gesù ci dice che ricevendo l’Eucaristia prendiamo parte alla Sua vita divina: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna” e “dimora in me” (Gv 6, 54-56). Diviene improvvisamente chiaro perché l’Eucaristia fosse centrale per l’adorazione dei primi cristiani. Per i cristiani delle origini, la Cena del Signore era non solo un memoriale, ma la vera presenza del loro Signore. Il già citato San Giustino Martire dice che l’Eucaristia non è “pane comune e bevanda comune”, ma “carne e sangue di quel Gesù incarnato” (Apologia Prima, 66).

I primi cristiani erano empatici nella loro convinzione che Cristo fosse presente nell’Eucaristia. Il vescovo del II secolo Sant’Ignazio di Antiochia arriva a dire che gli eretici sono coloro che “non confessano che l’Eucaristia è la carne del nostro Salvatore Gesù Cristo” (Lettera ai cristiani di Smirne). Se può essere una convinzione estranea – e perfino scioccante – per molti cristiani americani, la maggior parte dei cristiani ha una visione elevata dell’Eucaristia. Cattolici, ortodossi orientali e altre antiche tradizioni cristiane credono che l’Eucaristia sia davvero Gesù Cristo.

E allora, come potrebbe la Chiesa essere noiosa? Assistendo alla Messa, il Signore dell’Universo – il grande IO SONO – si dona a me. Nella Comunione siamo spiritualmente uniti a Cristo. Ricevendo l’Eucaristia dimoriamo in Cristo, ed Egli in noi. Il cristiano del V secolo Cirillo d’Alessandria lo dice splendidamente quando paragona il fatto che la persona riceva la Comunione a “due pezzi di cera fusi insieme”, come “Cristo è in lui e lui è in Cristo”.

3. Siamo fatti per l’adorazione liturgica

A volte andare in Chiesa sembra ripetitivo. Inginocchiarsi, sedersi, alzarsi, ripetere. In passato sono stato esternamente presente, ma internamente non sempre, ma da allora mi sono reso conto che il coinvolgimento corporeo approfondisce l’esperienza dell’adorazione.

Il fatto è che non siamo spiriti disincarnati. Non siamo angeli. Abbiamo un corpo, creato buono da Dio. Dovremmo aspettarci che Dio si relazioni a noi attraverso il nostro corpo.

Pensate all’Incarnazione, dopo tutto. Dio – eterno spirito – ha assunto una natura umana nella persona di Gesù Cristo. Dio ha scelto semplici fatti come mezzo per la nostra salvezza. Questo principio di incarnazione si estende oltre la persona di Cristo, soprattutto nei sacramenti che ha istituito. I sette sacramenti della Chiesa non sono altro che realtà materiali che rendono presenti le realtà spirituali che indicano. L’Eucaristia è l’esempio supremo, ma altri lo esprimono altrettanto bene. Nel Battesimo, l’iniziazione nella famiglia di Dio è accompagnata dall’acqua. Nella Confessione, il perdono di Dio viene trasmesso attraverso ministri umani.

In una liturgia cattolica, si è sicuri di vedere questo principio sacramentale pienamente dispiegato. Icone, statue e altre opere d’arte ricordano eventi importanti della vita di Cristo e dei santi. L’incenso riempie l’ambiente. I paramenti indicano i doveri sacri dei ministri. Le candele simboleggiano la luce di Cristo. Le voci e gli strumenti guidano la congregazione in preghiera. I parrocchiani si fanno il segno della croce, si genuflettono, si inginocchiano, si chinano, si prostrano e così via. E ovviamente acqua, olio, pane e vino vengono usati nella celebrazione dei sacramenti.

E poi c’è il rituale. La nostra vita quotidiana è piena di “rituali” – anche se non religiosi. Possiamo avere delle routines specifiche quando ci alziamo e prima di andare a letto. Possiamo avere l’abitudine di fare certe cose a lavoro e a scuola. Dovremmo solo aspettarci che ci siano dei rituali anche nella nostra vita spirituale, soprattutto considerando che l’adorazione cristiana è un fenomeno comune e non solo individuale.

4. Siamo una famiglia (UN’UNICA GRANDE FAMIGLIA)

Per concludere, sono arrivato ad apprezzare la Chiesa come il mezzo per unire tutti i popoli. Andare a Messa significa partecipare a qualcosa di ben più grande di me stesso. Ovviamente, ci sono molti modi per entrare in contatto con altri cristiani, ma nessuno come l’Eucaristia.

L’Eucaristia collega i cristiani in tutti i luoghi e in tutti i tempi. La liturgia è l’adorazione e il culto comune della Chiesa. Riunisce tutti i discepoli di Cristo in un unico corpo, la famiglia di Dio. “Pur essendo molti, siamo un corpo solo”, dice San Paolo; “tutti infatti partecipiamo dell’unico pane” (1 Cor 10, 17). La celebrazione dell’Eucaristia, quindi, non è solo comunione con Dio, ma anche comunione con gli altri cristiani. Funge come segno dell’unità della Chiesa. È quello che rende la Chiesa… Chiesa.

Oggi la società americana in particolare affronta le sfide della diversità e della divisione. In questo contesto, la Chiesa è fondamentale. La Chiesa, come grande riunione di chi crede in Dio, unisce tutti i popoli. Anche nella mia parrocchia locale, sono confortato sapendo che mi unirò a persone di tutti i percorsi di vita. Non c’è altra istituzione che mi unisca tanti ai miei fratelli e alle mie sorelle.

Questo include anche chi è in Cielo. Anche ora, siamo uniti ai santi in Paradiso, la grande “nube di testimoni” che ci incoraggiano nel nostro percorso di fede (Eb 12, 1). Penso che noi cristiani moderni perdiamo di vista questo fatto, ma i fedeli in Cielo sono reali quanto noi, e fanno pienamente parte della Chiesa.

Ecco quattro elementi che portano ad apprezzare in modo più profondo la Messa e la nostra fede cattolica. Quando i benefici dell’Eucaristia vengono integrati nella nostra vita, la natura entusiasmante della fede cattolica diventa ancor più manifesta.

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

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