2. Cos’è l’avarizia?

“State attenti e guardatevi da ogni avarizia; perché non è dall’abbondanza dei beni che uno possiede, che egli ha la sua vita” (Luca 12, 15).
Secondo la psicologa Herminia Gomá, diettrice dell’Institut Gomá, l’avarizia si basa su un verbo: avere. La “paura di non avere in futuro” ci fa accumulare beni per evitare l’angoscia di pensare che un giorno ci mancheranno.
“Ciò che ho ora non me lo godo nemmeno. Ho bisogno di metterlo da parte anche se non lo userò mai”. Quando parliamo di avarizia, ci riferiamo a quel disordine di desiderio di possedere beni e ricchezze qui sulla terra. È nota anche come avarizia, perché oltre a possederli non vogliamo condividerli.
La persona non si adegua a quello che viene richiesto per vivere in modo comodo e necessario, e allora cerca la felicità nelle cose materiali, creando un vincolo e un attaccamento molto forte che “lega” davvero.
Questa avarizia può spingerci a cadere in altri peccati o comportamenti negativi, visto che iniziamo a concentrare il nostro sguardo su ciò che è terreno, materiale, visibile, immediato… e distogliamo lo sguardo da Dio.
Il desiderio di possedere non è facile da eliminare: è già insediato nella nostra cultura attraverso il consumismo, facendoci credere che le persone valgano per quello che hanno e vengano definite dai loro oggetti, dal loro potere, da quello che mostrano, come anche dal loro posto gerarchico nella società.
3. Il ricco sciocco

Quanti problemi! C’è qualche soluzione? Come possiamo migliorare e uscire da questo circolo vizioso? Non sarà un compito facile, ma potremo uscirne se siamo consapevoli del fatto che le cose materiali non ci renderanno completamente felici.
È sbagliato avere beni materiali? No. È sbagliato essere felici per un avanzamento lavorativo? Ovviamente no! Quello che è in gioco è un’altra cosa.
È quando quella buona notizia o quel bene ci definisce, condiziona la nostra vita. Dobbiamo preoccuparci quando vediamo che la nostra felicità passa per il fatto di acquisire qualcosa o di avere più successo.
Se prepariamo tutto nella nostra vita per custodire frutti e beni e abbiamo l’“anima tranquilla” sul fatto che verranno custoditi per molti anni, inizieremo ad adagiarci.
“’Stolto, questa notte stessa l’anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà?’ Così è di chi accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio” (Luca 12, 20-21).