Raggianti della gioia di Pasqua, i fedeli hanno fatto il pieno di speranza. E se la gioia pasquale offrisse l'occasione di rendere più dinamica la propria vita di preghiera con una “visita”?
Non c'è bisogno di percorrere chilometri e di intraprendere pellegrinaggi di molti mesi, per farlo: la cappellina all'angolo basta e avanza. Si tratta semplicemente di concedersi qualche minuto, nell'arco della settimana, per rendere visita personalmente al Santissimo Sacramento. Sostare qualche istante davanti al tabernacolo – ecco un'idea ricca e semplice per avvicinarsi a Cristo.
La visita al Santissimo Sacramento è «una prova di gratitudine, un segno d'amore e un dovere di adorazione verso Cristo, nostro Signore», ricorda il Catechismo della Chiesa Cattolica (nº 1418).
Un segno d'amore in questo tempo di intimità che offriamo a Gesù semplicemente perché egli ci ama e noi lo amiamo come amico, guida e confidente. È un'abitudine che fu particolarmente cara a Giovanni Paolo II:
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]