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Voglio che la gioia di Pasqua si dilati anche nei giorni feriali

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Dean Drobot | Shutterstock

Matrimonio cristiano - pubblicato il 06/04/21

Se Gesù è davvero morto e risorto per me, allora ogni giornata è segnata da questa compagnia che non delude e si deve vedere sui nostri volti.

Di Antonio e Luisa

In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annunzio ai suoi discepoli.  
Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: «Salute a voi». Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono.

Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno».
Mentre esse erano per via, alcuni della guardia giunsero in città e annunziarono ai sommi sacerdoti quanto era accaduto.
Questi si riunirono allora con gli anziani e deliberarono di dare una buona somma di denaro ai soldati dicendo:
«Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo.

E se mai la cosa verrà all’orecchio del governatore noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni noia».
Quelli, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questa diceria si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi.

Solo una festa che passa?

Il lunedì dopo Pasqua è un giorno strano (Il tempo di Pasqua dura sette settimane e la settimana dopo la domenica della Resurrezione è come una domenica lunga sette giorni, Ndr). È passata la botta emotiva della Veglia del Sabato Santo. È passata la domenica di Pasqua fatta di momenti in famiglia e di festa insieme. È come se la vita ordinaria fosse ricominciata. Cosa ci ha lasciato la Pasqua? Siamo come prima? Ricominciamo a vivere le nostre difficoltà, le nostre sofferenze, le nostre fatiche allo stesso modo di prima? Nulla è quindi cambiato? Gesù è morto e risorto per niente allora?

È una domanda che faccio a me stesso. Questo blog è prima di tutto un modo per condividere pensieri ad alta voce con tutti voi. È una domanda decisiva. Perché, se davvero credo che Gesù è morto per me, se credo davvero che Gesù mi ama così tanto da dare la sua vita per me, se davvero credo che Gesù è risorto e ha sconfitto la morte, allora nulla può più essere come prima.

La Pasqua (il cui tempo ci accompagnerà fino alla solennità di Pentecoste, Ndr) credo serva soprattutto a questo. Per tanti serve a fare memoria di quanto avvenuto in quei giorni di 2000 anni fa. Solo per pochi però diventa molto più di una semplice celebrazione e di una memoria. Per alcuni diventa esperienza d’amore, diventa abbraccio di Gesù, diventa relazione concreta. Solo a questi ultimi la Pasqua cambia davvero la vita.

Una relazione viva che cresce ogni giorno

Per vivere davvero la Pasqua non basta essere religiosi, dirsi cattolici, sentirsi parte di un gruppo di persone che condividono con noi valori e riti. Serve diventare cristiani. Serve iniziare e perfezionare una relazione d’amore con Gesù da costruire ogni giorno. Come ogni altra relazione d’amore. Più di ogni altra relazione d’amore perché questo Amore diventa sorgente per ogni altro amore.

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Quando riusciamo a fare questo salto di qualità nella nostra vita spirituale allora avviene una vera conversione. Conversione che non significa altro che cambiare direzione. Ecco è proprio questo. Sappiamo di avere una vera relazione con Gesù quando la nostra vita non è più la stessa. Quando siamo capaci di fare scelte che per altri sono folli. Quando il nostro amore diventa radicale. Quando nel nostro matrimonio siamo capaci di donarci l’uno all’altro davvero in modo incondizionato e gratuito.

Quando vogliamo riempire l’altro del nostro amore e non cerchiamo che lui/lei riempia la nostra povertà come avviene per la maggior parte delle coppie. Il nostro matrimonio è la nostra cartina al tornasole anche di come sta la nostra fede. Quando siamo lì, a pesare ogni volta quanto l’altro ci sta dando e quanto stiamo dando noi, a pensare a quanto ci convenga stare con lui/lei, a valutare quanto ci fa stare bene significa che anche in Gesù cerchiamo la stessa cosa. 

Gesù diventa un mezzo per riempire le nostre paure, il nostro bisogno di non sentirci soli in questo mondo difficile, ma non lo stiamo amando. Lo stiamo usando esattamente come stiamo usando il nostro coniuge.

Che la Pasqua prenda possesso dei miei giorni

Coraggio Antonio datti da fare perché la strada è ancora lunga. Il matrimonio con Luisa mi ha permesso di intraprendere un cammino, Pasqua dopo Pasqua mi sento sempre più vicino a Gesù, ma ancora non sono un cristiano vero. Non riesco ancora a fidarmi fino in fondo. C’è una parte di me che ancora fa resistenza, c’è ancora tanto egoismo in me, però so che la strada è quella giusta e non voglio smettere di percorrela.

La Pasqua passerà ma la nostra relazione con Gesù ricomincia ogni giorno. Tutta la nostra vita passa da una domanda che Gesù rivolge ad ognuno di noi: Chi dite che io sia?(Marco 8, 29) domanda che ribalto sul nostro matrimonio: Cosa è il nostro matrimonio? Un modo per riempire dei bisogni affettivi e sessuali o la nostra strada per essere santi e per imparare ad amare e a lasciarci amare?

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA MATRIMONIO CRISTIANO

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