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Sarah, uccisa da un melanoma a 19 anni, ci illumina la Pasqua

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Mark Nazh | Shutterstock

Don Fortunato Di Noto - pubblicato il 03/04/21

Caro Gesù,

grazie per tutto quello che fai per me, che non lo merito. Mi hai, anzi, ci hai chiamati ad affrontare un’altra prova: anche questa è difficile, ma se tu sei con noi, sarà tutto più facile. Ti voglio bene. Stacci vicino, tanto vicino. Soprattutto a mia madre, che merita tutto il tiuo Amore. Credo nella vita, Gesù, nell’amore in essa, alla gioia e al dolore, al sorriso e al pianto, come non vi ho mai creduto. E soprattutto spero in Te, Amore mio Grande, fedele guisa ai miei passi.

Vivere è … qualcosa di bello, di ineffabile, è un attimo fuggente, da cogliere senza troppo pensare, cercando solo di «essere». Vita è, il sole che splende e bacia il mondo con gioia rinnovata, è un sorriso inaspettato, è il pianto silenzioso di chi ama, è ogni attimo, piccolo e breve, di ciascun giorno. Vita sei tu, il tuo Amore infinito, al di là di ogni egoismo. Perdono sempre nuovo, Sguardo rasserenante” (Sarah Calvano, 19 maggio 1990).

Dal diario di una adolescente. Sarah morì a soli 19 anni per una malattia incurabile. La sua intensa vita di adolescente, piena di vita interiore e di una fede testimoniale, credente e inserita vivamente nella vita della comunità ecclesiale, lasciò una serie di diari che sono stati raccolti sapientemente in un libro “Il Magnificat di Sarah” distribuito tra amici e conoscenti, ma che nella sua interezza rappresenta un cammino pasquale che sconfigge la rassegnazione e il disorientamento a causa della sofferenza e della morte. A distanza di 29 anni, tante generazioni sono passate e molti non la ricordano più, in questa Pasqua 2021, appesantita da ciò che il Covid-19 ci sta ancora facendo vivere, in Lui, Gesù Cristo morto e Risorto risuonano forti la Parola ‘incarnata’ che sconfigge la morte e la caducità fragile della vita umana.

Nel dolore di questo pesante tempo, la speranza pasquale. Abbiamo accompagnato con affetto, con lacrime e pianto, dolore e lacerante distacco, tanti nostri cari decedute con il Covid e con tante altre patologie o curate male o inevitabilmente come finale conclusione della vita terrena. Nel dono della fede in Cristo Gesù, morto e risorto la fede in Lui ci consola e ci sostiene: nulla si perde, tutto si vive in pienezza. Ma è pur sempre profondamente ‘destabilizzante’, la morte è sempre ìcrudele’ così come improvvisa si presenta, ma vive nella stessa vita vissuta, ci accompagna come ‘sorella’, direbbe San Francesco. Non perdiamo mai la speranza, «Io sono il tuo Dio, che per amor tuo sono diventato tuo figlio; che per amor tuo e per amore di questi tuoi discendenti, ora parlo e con la mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! e a coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! e a coloro che dormono: Risorgete!» (da una antica Omelia del Sabato santo)

Ecco, la vita piena in Lui redemta, la Pasqua del Signore Gesù Cristo, risorto!

Gesù Cristo, risorto, ci ha fatto conoscere il Padre, che è Amore.

Gesù Cristo, ci ha fatto conoscere la Verità e ha svelato la devastazione della menzogna. Dormendo sulla croce, con il fianco squarciato, ci ha donato la Chiesa e il dono dei sacramenti.

Ci ha donato lo Spirito per amare i nemici, i poveri, i bambini, i lontani.

Ci ha messi in cammino, sulle strade del mondo, del tuo vicino, del tuo quartiere, nel lavoro, nello sport, nel web, per annunciare questo amore vivo, Amore infinito, al di là di ogni egoismo.

Non più morte e putrefazione delle relazioni umane egoistiche e malate, ma vivificante ‘fraternità’ che abita la ‘madre terra’ tra i più poveri dei poveri, depredata dagli uomini (cfr. Papa Francesco), impoverita dall’egoismo e dalla famelica e ingozzata pesantezza di goffa e violenta avarizia.

Vivere … è qualcosa di bello, ci ha ricordato Sarah, Vita sei Tu, al di lè di ogni egoismo. Ed è proprio vera questa affermazione, questa professione credente di una adolescente che indica ad altri adolescenti, e anche a noi, adulti, che la Pasqua, è già in Lui realizzata, e in noi, desiderata e se accolta: liberante, insieme pregando costantemente:

“Dammi, oh dolce Amore mio, la forza di amare, di scegliere la vita. Ti ringrazio per i tuoi immensi e infiniti doni, che non merito affatto, ma che posso mettere a frutto se tu m’aiuti” (Sarah, 24 marzo 1990).

Buoni frutti pasquali di vita piena e autentica nel Signore, Gesù.

Avola, 03 aprile 2021 (Sabato Santo)

Don Fortunato Di Noto

Tags:
testimonianze di vita e di fede
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