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S. Croce in Gerusalemme: la vera Croce e la Passione di Nennolina

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Marinella Bandini - pubblicato il 02/04/21
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Rivivi l’antica tradizione quaresimale dei cristiani di Roma. Alla scoperta delle “chiese stazionali”

Nella basilica che custodisce le reliquie della Passione, incontriamo Antonietta Meo, detta Nennolina, una bambina che ha vissuto la sua personale Passione sui passi di Gesù, offrendo la propria sofferenza per la salvezza del mondo.

Nennolina nasce nel 1930. È vivace e gioiosa e soprattutto piena di fede, imparata in casa e nell’Azione Cattolica. A 5 anni le viene diagnosticato un osteosarcoma, un tumore maligno osseo. Comincia la sua “Via Crucis”: dall’amputazione della gamba alla morte, a sei anni e mezzo.

La malattia è aggressiva e molto dolorosa, ma lei offre tutto per la salvezza dei peccatori, senza un lamento. Addirittura, nell’anniversario dell’amputazione della gamba vuole far festa perché “io non ho perso una gamba, l’ho donata a Gesù”. La notte di Natale del 1936 riceve la Prima Comunione.

Nennolina confida alla mamma di vedere Gesù Crocifisso: “Lo vedo vivo, di carne, come vedo te!… Qualche volta mi guarda, altre volte abbassa gli occhi o li chiude”. Muore il 3 luglio 1937 e il suo corpo riposa nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme.

Nel 2007, Benedetto XVI ha proclamato Nennolina venerabile. Pochi giorni dopo, ha parlato così ai ragazzi dell’Azione Cattolica: “Potete considerarla come una vostra amica, un modello a cui ispirarvi. La sua esistenza dimostra che la santità è per tutte le età”.

Pur essendo Figlio, imparò tuttavia

L’obbedienza dalle cose che patì

e, reso perfetto, divenne causa

di salvezza eterna per tutti

coloro che gli obbediscono

Eb 5, 8-9

* In collaborazione con l’Ufficio comunicazioni sociali del Vicariato di Roma