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4 chiavi di un monaco per vedere l’invisibile di questa pandemia

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Alvaro Real - pubblicato il 02/04/21

Dostoevskij, Gogol e Tolstoj hanno cercato risposte negli “starec” del cenobio di Optina Pustinia. Perché non fare lo stesso con il Covid-19?

Il mondo di oggi cerca risposte facili e modelli “low-cost”. Bisogna solo concentrarsi sugli “influencers” e su quello che ci vendono. Ma c’è un mondo che va molto al di là. C’è gente al di là delle nostre serie e dei nostri programmi preferiti; c’è un mondo al di là delle reti sociali. Sono quegli esseri umani dotati di una sensibilità speciale, una capacità ancora più importante di quella comunicativa: sono gli “ascoltatori” del mondo.

In questo mondo in continuo movimento, caratterizzato da attività, produttività e rendimento, c’è gente che apparentemente non fa nulla. Sono le persone inviate per rimanere in silenzio, per non dover svolgere un ruolo, ma solo per contemplare, vedere e aspettare. Se esistesse davvero un comitato di esperti che ci permettesse di uscire meglio da questa pandemia, sarebbero quelli che individuano ciò che vive nell’invisibile, nell’essenziale, quello che con le parole di Saint-Exupery è “invisibile agli occhi”.

Grandi autori e pensatori hanno cercato pace e serenità in questi uomini. Dostoevskij, Gogol e Tolstoj cercavano risposte al dramma dell’uomo tra gli “starec” del famoso cenobio di Optina Pustinia. Perché non fare lo stesso oggi? Perché non cercare risposte in un’abbazia? Vedere la pandemia attraverso gli occhi di un monaco. Sorgono molte domande: dove andiamo? Perché tanta sofferenza? Cos’è che conta? A cosa è servito questo processo? Ne usciremo migliorati? Cosa non vediamo con i nostri occhi? Cos’è davvero l’essenziale in questa pandemia?

Mauro-Giuseppe Lepori, abate generale dell’Ordine Cistercense, risponde nel libro La fe en tiempos de Pandemia (Editorial Encuentro) ad alcune di queste domande. Cosa imparare da questa quarantena globale?, si chiede in un testo basato sulla conferenza che ha offerto l’estate scorsa a La Granda (Asturie, Spagna). Il testo è denso, profondo e arricchente.

Ecco 4 chiavi che ci possono servire:

1 L’importanza del cuore: una spina nella carne del mondo

Nel testo spiega come il significato del mondo intero sia quello che dà senso al cuore umano. Definisce il cuore dell’uomo “una spina nella carne del mondo”, e mostra che questo cuore è la coscienza. Senza il cuore umano, nulla avrebbe senso.

“Il coronavirus e l’economia hanno le proprie leggi, i propri processi, che spesso sembrano impazzire, ribellarsi contro l’uomo, ma nessuna legge fisica, biologica o economica è maggiore della libertà di un unico cuore umano”.

2 L’opera di Dio nell’azione umana

In ogni azione c’è Dio, ed è quello che fa sì che ciascuna delle piccole azioni che abbiamo svolto in casa nostra avesse senso. A qualcuno è sembrata una perdita di tempo rimanere a casa? Pensate che quando rimanete a casa seguendo una quarantena state sprecando il tempo?

Mauro-Giuseppe Lepori: “Perfino il gesto più piccolo, anche l’azione più occulta, come la preghiera nella cella di un eremo o il servizio più umile in ambito familiare, diventa un evento che introduce un seme di novità umanamente impossibile nel processo storico, perché è una novità divina ed eterna”.

3 Vivere il presente

Durante questo confino abbiamo visto quanto era brutto non fare niente. All’improvviso ci siamo visti privati della capacità di pensare a un futuro imprevedibile. Tutto è presente. Per molti è stato un incubo. L’orologio non scorreva, e tutte le nostre mete e i nostri appuntamenti erano scomparsi. Un ritmo che non era reale è svanito. È rimasto solo l’ora, solo il presente. Mauro-Giuseppe Lepori svolge una riflessione usando il capitolo 43 della Regola di San Benedetto e la frase “Festinatio cum Gravitate” (affrettarsi con gravità).

Ci parla del vivere intensamente: “È un modo di vivere, di concepire noi stessi, il tempo, le cose e le relazioni, il dovere e il piacere, in definitiva qualsiasi nostro rapporto con la realtà, che ci renderebbe umanamente intensi”.

4 Vivere con la consapevolezza che Dio è presente

Lepori conclude la sua riflessione confessando di non avere una soluzione ai mille problemi del mondo, ma offre un modo per affrontarli. Bisogna offrire una testimonianza della presenza di Dio in ogni momento. È il modo in cui questo abate ci chiede di essere utili all’umanità:

“Non si tratta di imporre la fede, ma di proporre l’intensità umana che la fede produce in chi la sperimenta”.

Nel suo testo, Mauro-Giuseppe Lepori funge da faro di fronte all’oscurità, assumendo una posizione innovativa per suggerire un nuovo modo per affrontare le problematiche. Vedere e fermarsi; affrettarsi con gravità e dare un senso a ogni momento. Vale la pena di leggere le sue intuizioni e di ricorrere alla saggezza e alla riflessione dei monaci per uscire dalla confusione della storia.

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