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Il segreto della suora che combatteva il coronavirus da un trattore

REBECCA FRICK

@asociacioncaminemosunidos

Pablo Cesio - pubblicato il 25/03/21

I retroscena di un'immagine diventata virale sulle reti sociali e che nasconde una testimonianza di amore e servizio che vale la pena di conoscere

“Rebecca Frick, la religiosa che lotta contro il coronavirus da un trattore”, o semplicemente “la suora del trattore”.

All’inizio del 2020, quando la pandemia del coronavirus iniziava a colpire con forza vari Paesi dell’America Latina, vari mezzi di comunicazione intitolavano così un’immagine di questa religiosa diventata virale: una donna all’opera che lottava con l’aiuto di un trattore contro il coronavirus nelle strade di Moro, nella regione di Áncash (Perú).

Passati i mesi, la situazione è cambiata, ma non ha smesso di essere preoccupante e di provocare molto dolore. È per questo che ad Aleteia abbiamo pensato che fosse opportuno sapere com’è la vita di suor Rebecca nel marzo 2021. Cosa c’era dietro il suo gesto? Perché lo faceva? Qual era il suo segreto?

L’invito è a scoprire una testimonianza speciale, di quelle che passano inosservate quando contano solo le cose virali.

PERU

Cosa resta della “suora del trattore”

Suor Rebecca, 65 anni, nata a Belzers, nel Liechtenstein, vive da 30 anni in Perù e si considera una donna di lavoro e azione.

“Sono diventata famosa perché disinfettavo con un trattore lo scorso anno”, ha spiegato la suora ad Aleteia. Quell’episodio, che ora la fa ridere un po’, ha suscitato sorpresa sul momento perché non era una cosa di tutti i giorni “vedere una suorina su un trattore”.

Rebecca attribuisce quell’iniziativa alla paura imperante, alle informazioni del momento, all’estrema attenzione che si metteva, all’uso della mascherina, al distanziamento e alla disinfezione delle strade – in quest’ultimo aspetto con una ricetta che col tempo è caduta in disuso.

“Come possiamo arrivare in modo ampio alla gente? Alcuni avevano iniziato a lavare il marciapiedi con scopa e candeggina. Pensando, siamo arrivati all’idea di uno spruzzatore”, ha detto suor Rebecca ad Aleteia.

È così che la religiosa ha iniziato a contattare persone amiche che vivevano all’estero per comprare uno spruzzatore con una capacità di 1.200 litri. “Avevo il trattore perché ho una fattoria con animali come mucche e maiali. È una fattoria piuttosto grande, e l’agricoltura mi è sempre piaciuta. Maneggiare il trattore non è una cosa fuori dal comune per me”, ha affermato.

Grazie a quel gesto, il lavoro è stato efficace. La gente portava del cloro, e si disinfettava tutti i giorni. L’aspetto davvero importante per suor Rebecca è il fatto che si trattava di un lavoro svolto con piacere per il bene della comunità.

REBECCA FRICK

Lo sguardo sui più bisognosi

“Vengo da un convento in cui il fondatore vegliava sempre sul bene del prossimo, soprattutto dei più bisognosi”, ha detto suor Rebecca. “Se vogliamo schierarci contro una pandemia di questo tipo dobbiamo lavorare insieme”, ha aggiunto la religiosa, superiora in questa zona delle Suore della Misericordia di San Vincenzo de’ Paoli.

La suora ricorda che è arrivata in Perù nel 1992 con l’idea di aiutare. “Non mi considero una missionaria che va a evangelizzare con la Bibbia sotto il braccio. Il mio Vangelo dev’essere la testimonianza quotidiana lavorando per i più bisognosi”, ha affermato.

“Devo insegnare alla gente come ottenere il cibo e a ringraziare quando ce l’ha. Chiedere a Dio e ringraziare Dio. Non regalare il pesce, ma insegnare a pescare. Un’immagine molto chiara di come deve funzionare la vita”.

REBECCA FRICK

Ora et labora

Nelle immagini che hanno fatto il giro del mondo c’era un momento speciale che sembrava avere a che fare con una preghiera, ma la suora ha spiegato che si trattava della benedizione di uno spruzzatore.

“Ciò non vuol dire che non si preghi. Per me ogni lavoro è preghiera. Non è solo un Padre Nostro. Quando faccio qualcosa per il prossimo, per me è una preghiera. Dio vede ciò che sto facendo e lo accoglie come una preghiera. Non è che prima di salire sul trattore iniziassi a pregare. Sono una persona che crede nell’Ora et labora, lavora e prega”.

REBECCA FRICK

La lotta al coronavirus in Perù

Fin dall’inizio, suor Rebecca si è rimboccata le maniche per offrire il suo lavoro e il suo aiuto nei momenti più difficili e in una regione come quella di Áncash, legata alla città di Chimbote, dove le carenze a livello di infrastrutture e di personale tecnico per affrontare il Covid si sono fatte sentire. Per questo, suor Rebecca in quel momento ha contattato amici europei per chiedere mascherine e altri per alleviare la mancanza di ossigeno.

“Sono in Perù da quasi 30 anni, sempre a Moro, un paese di 3.000 abitanti. È ai piedi della cordigliera, un paese che vive di agricoltura. Vengo da una famiglia contadina. Ho sempre dovuto lavorare, ma non ho mai sentito che i miei genitori mi sfruttassero, semplicemente aiutavo in casa mia. Il lavoro per me è sempre una gioia. Se lavori con gioia e volontà, quello che fai funzionerà”.

“Per fare tutto questo, l’esempio è Gesù. L’amore che ha per l’umanità è incredibile. Mi sento in dovere di rispondere a tanto amore. Come posso rifiutarlo se Lui non mi rifiuta mai? Con la fede in Lui posso continuare a lavorare in Perù, soprattutto a Moro”.

Tutto è iniziato con una strada

Suor Rebecca nasconde però un altro segreto, che ha a che vedere con il suo legame con l’Asociación Caminemos Unidos (ACU), istituzione senza scopo di lucro e iniziativa delle Suore della Misericordia di San Vincenzo de’ Paoli.

“L’Asociación Caminemos Unidos ha iniziato con un percorso di 24 chilometri, mi spostavo a cavallo da un luogo all’altro, e vedevo le necessità della gente”, ha raccontato la religiosa.

Suor Rebecca ha verificato che una delle richieste ricorrenti da parte della gente era il fatto di avere una strada. Grazie a questo, e all’aiuto di benefattori europei, si è iniziata a realizzare, ma fenomeni climatici come El Niño hanno finito per affossare l’iniziativa, fino a quando un’impresa peruviana ha offerto il suo aiuto per riprenderla.

“La gente può salire e scendere, fare acquisti o portare i prodotti sulla costa. La strada è molto importante”, ha riconosciuto.

Un sogno diventato realtà

A partire da progetti di questo tipo, l’associazione ha acquisito forza negli ultimi anni, e ora è coinvolta in vari progetti, come laboratori di falegnameria e di cucito e una fattoria con 30 mucche in cui si producono latte e carne. Ci sono anche una mensa per gli anziani e una struttura bambini, e si offre un aiuto speciale agli agricoltori per migliorare i prodotti, come anche progetti culturali come un museo o il cosiddetto Cine Morun, un’iniziativa audiovisiva che coinvolge i giovani.

“Un sogno che ho sempre avuto è aiutare al massimo la gente. Quel sogno è diventato realtà. Ogni giorno è una sfida, e bisogna sempre andare avanti con la benedizione di Dio”, ha concluso. Suor Rebecca è un ottimo esempio di quando l’elemento virale diventa testimonianza d’amore per il prossimo nei momenti più difficili.

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