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Scuola cattolica: 7 alunni su 10 della scuola primaria provengono dai Paesi poveri

CATHOLIC EDUCATION

globalcatholiceducation.org-(CC-BY 4.0)

Quentin Wodon - pubblicato il 25/03/21

La scuola cattolica non è per i ricchi. Un rapporto mostra l'immenso sforzo educativo della Chiesa nei Paesi africani e asiatici

A livello mondiale, circa 62 milioni di bambini sono iscritti alle scuole cattoliche, e più di 6 milioni di studenti si formano in istituti d’istruzione superiore cattolica, in base agli ultimi dati disponibili, relativi al 2018. Lungi dal mito per cui l’insegnamento cattolico è solo “per ricchi”, più del 50% degli alunni della primaria proviene dall’Africa.

Il dato si apprende dal Rapporto Globale sull’Educazione Cattolica 2021, pubblicato dal progetto Global Catholic Education e co-patrocinato dalle quattro organizzazioni internazionali che rappresentano l’educazione cattolica a livello mondiale (OIEC, IFCU, OMAEC y UMEC-WUCT).

Il rapporto ha l’obiettivo di richiamare l’attenzione della comunità internazionale sui contributi dell’educazione cattolica all’umanità, e condivide con gli educatori cattolici lezioni tratte dall’esperienza internazionale.

Il tema del rapporto 2021 è il pluralismo educativo, la povertà nell’apprendimento e il diritto all’istruzione, insieme alle sfide che affronta l’educazione cattolica in diverse parti del mondo.

Alunni dei Paesi con meno risorse

In base al riassunto del rapporto reso pubblico in questo mese di marzo, negli ultimi quattro decenni le iscrizioni alle scuole cattoliche sono aumentate con notevole rapidità nel continente africano, che ora rappresenta il 55,3% di tutti gli studenti delle scuole primarie cattoliche nel mondo.

A livello mondiale, in base alla classificazione dei Paesi da parte della Banca Mondiale, sette studenti su 10 delle scuole primarie cattoliche vivono in Paesi con entrate basse o medio-basse (il 40,9% in Paesi con basse entrate e il 29,7% in Paesi con entrate medio-basse).

Accade il contrario con le istituzioni cattoliche di istruzione superiore (università), che continuano ad essere concentrate in Paesi con entrate medio-alte e alte, come nel caso di altre università pubbliche o private.

Nell’Africa subsahariana, l’11,0% di tutti gli studenti della scuola primaria studia in un istituto cattolico. Nei Paesi con scarse entrate, la percentuale arriva al 13,7%. Il fatto che le scuole primarie cattoliche assistano proporzionalmente più studenti nei Paesi con basse entrate, afferma il rapporto, è una buona notizia per la missione della Chiesa di servire i poveri.

Scuola cattolica in America

Dalla scuola materna alla fine della scuola secondaria, il 18% dei bambini iscritti nelle scuole cattoliche di tutto il mondo vive nel continente americano. Non è una percentuale molto alta, visto che più del 40 % dei cattolici vive nelle Americhe.

L’India continua ad essere il Paese con il più alto numero di bambini iscritti nelle scuole cattoliche, seguita da Repubblica Democratica del Congo, Uganda, Kenya e Malawi.

Altri Paesi che figurano nella “top 15” sono Francia, Stati Uniti, Ruanda, Spagna, Argentina, Filippine, Belgio, Messico, Ghana e Brasile.

Il Ghana, con una popolazione di 30 milioni di abitanti, ha più scuole cattoliche del Brasile, che ha 211 milioni di abitanti.

Quanto all’istruzione superiore, le Americhe rappresentano il 47% di tutti gli studenti delle università cattoliche. Gli Stati Uniti occupano il primo posto, con un quinto delle iscrizioni mondiali. Nella “top 15” anche Brasile, Colombia, Messico, Argentina, Cile ed Ecuador.

Impatto del COVID

Nei Paesi con entrate basse o medie, l’iscrizione alle scuole cattoliche è aumentata nel corso dei decenni, e si spera che la tendenza continui anche dopo la fine della pandemia.

Il problema è che in questi Paesi la maggioranza dei bambini, compresi quelle delle scuole cattoliche, non ha avuto accesso a una didattica a distanza di qualità in questo periodo di chiusura delle scuole.

Anche nei Paesi con entrate alte l’apprendimento ne ha risentito, ma soprattutto a livello economico. Per le scuole cattoliche, almeno in Paesi in cui non si beneficia del sostegno statale, la sfida principale è la diminuzione delle iscrizioni. Questa situazione è diventata particolarmente grave quest’anno negli Stati Uniti, visto che le scuole sono diventate meno accessibili ai genitori per via della perdita di guadagni a causa della pandemia.

L’offerta dell’educazione cattolica in periodi difficili dipende in parte dal sostegno statale, che a sua volta influisce sul pluralismo educativo. Il rapporto suggerisce una nuova misura di pluralismo basata sulla letteratura relativa alla concentrazione del mercato. Quando una rete scolastica ha il monopolio non c’è pluralismo. Quando coesistono molteplici reti c’è più pluralismo.

Il pluralismo educativo a livello di istruzione è maggiore in America Latina che negli Stati Uniti, ma non nel caso dell’istruzione superiore. Il rapporto mostra anche che il pluralismo è importante per la realizzazione del diritto all’istruzione. Il rapporto può essere scaricato in modo gratuito. Un breve video sui risultati fondamentali è disponibile su

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