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Inattiva a me? essere casalinga non significa non avere valore

RACHELE SAGRAMOSO,

Rachele Sagramoso

Rachele Sagramoso - pubblicato il 25/03/21

Gentile signora Sondaggista, "inattiva" non lo viene a dire a me che cresco 7 figli, mi occupo della casa, scrivo e studio perché sono un'ostetrica. Essere casalinga non significa che non ho un valore: non valgo un centesimo meno di un qualsiasi impiegato statale.

Al netto del fatto che durante la settimana lavorativa la mia giornata inizia alle 6.30 e proseguea passo di fanteria sino alle 22.00, gent. sig. Sondaggista, “inattivo” non lo vieni a dire a me, che:

La routine di una casalinga/inattiva

Alle 6.50 sveglio i figli, organizzo 3 merende, metto i panni in asciugatrice, quelli sporchi in lavatrice, giro per casa raccogliendo calzini e biancheria che tenta di sfuggire al proprio destino saponato.

Ricordo gli impegni relativi ai figli al coniuge, inizio a riordinare cucina, penso alla spesa, svuoto asciugatrice e distribuisco panni nei rispettivi catini (ognuno ha il proprio), passo aspirapolvere, rifaccio i letti di chi lo fa approssimativamente, riordino giochi, pulisco tre bagni, scrivo articolo, organizzo intervista, studio.

E tutto questo con diecimesenne appiccicata. Pranzo, ritiri da scuola, accompagnamenti ripetizioni, riascolto interrogazioni, smistamento panni, talvolta pulizia giardino, spesso spesa, docciamenti, cena.

Decimesenne sempre appiccicata.

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Essere casalinga non significa che non ho un valore

E ho una figlia universitaria che aiuta attivamente nelle faccende, un liceale che organizza cena tutte le sere, una dodicenne che sa studiare mentre aiuta il fratello minore decenne nei compiti, un cinquenne e un treenne che giocano spesso in giardino e vanno d’accordo.

Essere casalinga non significa che non ho un valore, ma che sono come – almeno – a una qualsiasi altra lavoratrice: se sto a casa e con dedizione allevo i miei figli perché siano un giorno cittadini onesti, lavoratori responsabili, genitori autorevoli e adulti maturi, non valgo un centesimo meno di un qualsiasi impiegato statale.

Figli e lavoro

Il fatto che, oltretutto, ci siano donne come me che non solo si occupano dei figli, ma lavorano pure, mi porta a pensare al fatto che del futuro, a questo Stato, non importi molto.

Promuovere quello spettacolo indecoroso fatto di gente inetta della quale nessuno si ricorderà più tra pochi decenni ma pagata profumatamente ( si riferisce al Festival di Sanremo, NdR), mentre c’è un Paese composto da gente normale, famiglie semplici fatte da padri e madri che allevano e mantengono figli sino ai 25 anni, badano a parenti anziani, si occupano di bambini, adolescenti, adulti con disabilità senza fiatare, durante uno degli anni peggiori della storia, mi fa pensare al fatto che nella cabina di regia ci sia chi auspica seriamente che muoia un popolo fatto di arte, tradizioni, storia, Fede, cultura millenarie che finiranno in una fossa comune e presto dimenticati.

Non è pensabile che la politica di un Paese consenta una condotta irriverente, ridicola, vuota e imbarazzante di fronte a chi fa fatica a mettere insieme il pranzo con la cena.

HOUSEWIFE IRON

Si propongono leggi che non sono utili a nulla, mentre ci sono bambini e adolescenti imbambolati da una scuola allo sfascio, con un tasso di depressione mostruoso, un livello di consumo di droga e alcool altissimo e una diffusione di infezioni genitali assurda, senza contare la disoccupazione e la situazione indecente della sanità.

Queste ultime dovrebbero tenere il Governo sveglio h24 e ogni singolo politico di questo Paese dovrebbe vivere sentendosi le famiglie che non ce la fanno a pagare le bollette, col fiato sul collo. E invece? Si versano soldi pubblici per spettacoli vomitevoli e ci si incaponisce per i nonnulla.

Inattiva? A me?

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA RACHELE SAGRAMOSO

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