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Cosa pone fine alle paure? Delle idee o un volto?

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AlmostJesus.com | Shutterstock

padre Carlos Padilla - pubblicato il 25/03/21

Non voglio fermarmi alle teorie su Dio che non mi fanno innamorare, né ai formalismi o ai pietismi che mi tolgono la gioia, o a complimenti freddi che mi distolgono dal mio centro

Voglio vedere il volto di Dio, l’ho sempre voluto. Voglio vedere Gesù. Non so perché ho tanta voglia di conoscere il Suo volto. Come saranno i Suoi occhi e il Suo sorriso? E le Sue mani e i Suoi piedi nei sandali? Come saranno i Suoi capelli e il suo modo di abbracciare?

Avrà avuto un volto unico. Ma io voglio vederlo, non so perché. Voglio incontrarLo e piangere. Sì, le lacrime scorrano in quell’incontro. L’emozione di vederLo, di amarLo nella Sua carne. Nel Suo aspetto unico amabile, misericordioso, affabile, pieno di luce.

Voglio vedere il volto di Gesù. Voglio vedere i Suoi passi, ascoltare le Sue parole, accarezzare la Sua pelle.

Guardare e toccare

Non so perché ho questa necessità. O forse lo so. Non ho un’anima che ami la filosofia. Non mi piacciono le teorie e le idee disincarnate.

Non so come, ma vivo nel presente, toccando la pietra che calpestano i miei piedi, sfruttando al massimo l’ampiezza del mio sguardo, del mio abbraccio, del mio sogno.

Non mi adeguo a idee vaghe che non emozionano la mia anima. Mi piacciono il volto e l’aspetto di chi amo. Amo un Gesù umano che ha volto, sguardo e sogni.

Amo la Sua vita concreta dispiegata in giorni sacri. Credo in quel Gesù di cui mi parla San Paolo:

“Nei giorni della sua carne, con alte grida e con lacrime egli offrì preghiere e suppliche a colui che poteva salvarlo dalla morte ed è stato esaudito per la sua pietà”.

Dio umano

Un Gesù che ha pianto nell’Orto degli Ulivi, perché temeva il dolore e la morte, la perdita e l’assenza. Perché era umano e aveva volto e lacrime.

Non devo immaginarmelo, perché era umano come lo sono io, era uomo:

“Ora, l’animo mio è turbato; e che dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma è per questo che sono venuto incontro a quest’ora”.

Questo mi emoziona sempre. Un Gesù che piange, e che vive una pena profonda e un dolore altrettanto profondo. E allora supplica Suo Padre con il Suo sangue, con tutto quel sangue che ha voluto effondere per me, per gli uomini. Ha voluto farlo perché io avessi la vita eterna nelle vene, e la speranza di non morire mai.

Un volto per sempre

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Gesù mi guarda con gli occhi pieni di pena e mi dice di non temere. Perché la vita è breve, ma è eterna. E il volto è concreto e per sempre.

Forse per questo voglio vedere il Suo volto. Per questo un giorno Gesù mi ha chiesto di nascondermi nel Suo costato aperto, nella fessura del pane spezzato in ogni Eucaristia, nel silenzio sacro di quella consacrazione che rinnovo come un bambino in ogni Messa.

Ha voluto che mi nascondessi lì silenzioso, trattenendo le lacrime e aspettando il mio momento. Un giorno, lo so, verrà sicuramente da me e mi permetterà di vedere almeno la Sua schiena, o forse il Suo volto, chissà.

Sogno quella verità di Dio che voglio conoscere con il mio sguardo, con le mie mani che toccano tutto, con il mio spirito che vuole riposare nel Suo costato aperto.

Quella verità è quella che si dispiega davanti ai miei occhi ogni volta che aspetto in silenzio che venga.

Abbracciare Gesù

MIŁOŚĆ

Non voglio fermarmi alle teorie su Dio che non mi fanno innamorare, né ai formalismi o ai pietismi che mi tolgono la gioia, o a complimenti freddi che mi distolgono dal mio centro

Voglio conoscerLo, toccarLo, abbracciarLo, inginocchiarmi davanti a Lui come un bambino abbandonato che ha finalmente trovato la Sua casa. Voglio cercarlo in questa Quaresima che si avvicina alla Settimana Santa esortandomi a vivere con Gesù ciascuno di quei giorni santi. E allora diventerà realtà quello che ascolto:

“Quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me”.

Il Suo volto insanguinato sul punto di morire mi attira con forza. Il Suo sorriso triste dalla porta che conduce alla morte, alla vita. Le Sue parole pronunciate in un ultimo respiro facendomi comprendere ciò che è veramente importante.

Non sono idee

Spesso spreco il mio tempo in sciocchezze prive di importanza. Do valore a formalità al di sopra della vita, dell’amore, dell’uomo. Mi perdo in disquisizioni teoriche che non mi portano da nessuna parte.

Sogno idee estranee alla vita concreta di ogni giorno. La mia vita piena di volti gentili e crudeli, distanti e allegri, tristi e pieni di speranza.

La mia vita non è quella delle idee e delle teorie, né è piena di parole dette o scritte. Le parole se le porta via il vento, anche se a volte possono dare vita.

Per questo scrivo, perché credo nel potere delle parole di dare forma alla vita, al volto di Gesù che si sofferma davanti ai miei occhi e mi invita a seguire Lui – non le Sue idee, ma Lui che è venuto a salvarmi da tutte le mie paure.

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