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Un’apparizione di San Giuseppe a Santa Fè, negli Stati Uniti?

ŚWIĘTY JÓZEF W KULTURZE

Una raffigurazione di San Giuseppe mentre era al lavoro nella sua bottega di Nazareth.

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don Marcello Stanzione - pubblicato il 25/03/21
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La storia della “scala miracolosa di San Giuseppe” al collegio di Loreto della città americana fa pensare ad un prodigio del santo falegname, padre putativo di Gesù

Un’apparizione di San Giuseppe ad alcune suore che si erano stabilite negli Stati Uniti? Non è un caso certificato dalla Chiesa quello che è accaduto a Santa Fè. Ma la realizzazione di un’opera unica nel suo genere, cioè una straordinaria scala a chioccola all’interno di un convento, si lega inevitabilmente a San Giuseppe.

Nel settembre del 1852 alcune Suore della Congregazione di Loreto andarono ad installarsi nel Sud-Ovest degli Stati Uniti, tra il Kentuchy, il Missouri ed il Kansas, nel Nuovo Messico, a Santa Fé. 

Fu un viaggio difficile e ad alto rischio, tanto che la Superiora designata, Madre Matilde, morì di colera. Suor Maddalena, subentrata come Superiora su mandato di Monsignor Lamy, Suor Caterina, Suor Ilaria e Suor Roberta. 

Esse si installarono in una casetta, a Santa Fè, in mezzo ad una popolazione composta principalmente da messicani e da indiani.

HOLY FAMILY

La loro prima preoccupazione fu quella di costruire un Convento ed una Cappella. Le nostre suore avevano deciso di farla costruire da carpentieri messicani in uno stile simile a quella della ‘Sainte Chapelle’ di Parigi, secondo i disegni dell’architetto P. Mouly, che aveva disegnato la Cattedrale di Santa Fé. Monsignor Lamy, che era francese, nutriva l’idea di costruire qualcosa di simile alla costruzione gotica della Sainte Chapelle di Parigi. 

Fecero dunque venire alcuni carpentieri messicani e, ben presto, una scuola venne edificata: il Collegio di Loreto. La costruzione della Cappella – che aveva una lunghezza di 22,5 metri, una larghezza di 7,5 metri ed una altezza di metri 22, 5 per ospitare il Coro – ebbe inizio il 25 luglio del 1873. 

Essa fu posta sotto il patrocinio di san Giuseppe ma, a fabbricato quasi finito, si constatò uno spaventoso errore di costruzione: la cappella era molto bella, come anche il Coro, ma non vi era nessun collegamento tra la tribuna ed il coro stesso! Nessuna tromba di scale e, tenuto conto dell’altezza della tribuna, era impossibile installarne una.

C’era una sola alternativa: una scala a pioli oppure ricostruire l’intera galleria. Si può immaginare la delusione e la perplessità delle suore. Vennero fatti venire numerosi carpentieri per risolvere il problema, ma invano. Taluni proposero di mettere una scala, altri di radere al suolo l’intero edificio per ricostruirlo. Le Suore, come donne di profonda fede, decisero di non fare nulla sul momento, ma di iniziare una Novena a San Giuseppe e di aspettare l’aiuto dalla Divina Provvidenza. 

E' nell’ultimo giorno della Novena, che si materializza la presunta apparizione di San Giuseppe. Quando un uomo anziano, che sospingeva un asino carico di attrezzi, bussò alla porta dell’Istituto e chiese di parlare a Suor Maddalena, la superiora. Le propose di costruire una "scala naturale", cosa che gli fu accordata, naturalmente. 

Quanto agli attrezzi, l’uomo ne possedeva solamente tre: una sega, un martello ed una squadra a T o goniometro, come lo testimoniarono le suore che, ogni tanto, assistevano ai lavori. Al posto dei chiodi, egli usava dei cavicchi di legno. 

Dopo sei mesi, il lavoro fu finito e l’uomo scomparve dall’oggi al domani, senza lasciare tracce. Madre Maddalena, l’economa, preoccupata di assolvere il suo debito, andò alla segheria per pagare il carpentiere discreto ed il legno, ma ecco la sorpresa. Nessuno conosceva l’uomo e nessun documento risultava per l’acquisto del legno per la cappella. Primo mistero. 

Il secondo, certamente non minore, riguarda la scala stessa. E’ un vero capolavoro composto da 36 scalini che girano in due spirali complete su se stesse di 360° esatti ma, a differenza della maggior parte delle scale a chiocciola, essa non ha nessun pilastro centrale per sostenerla: sospesa senza nessun supporto, tutto il suo peso grava sul primo scalino. 

Molti architetti, venuti a vederla, avrebbero affermato che quella scala avrebbe dovuto crollare al suolo nel momento stesso in cui la prima persona si fosse azzardata sul primo scalino. 

Eppur tuttavia essa è utilizzata quotidianamente da più di centoventi anni. Usandola, si sente una certa elasticità, che si manifesta con una leggera oscillazione, come se fosse un’enorme molla. Nel corso di questi anni, molti architetti e costruttori vengono, anche dall’estero, per visitare questo capolavoro. 

Tutti hanno ammesso che non comprendevano assolutamente come la scala sia stata costruita né come sia potuta restare in buono stato a distanza di oltre un centinaio di anni. E se a realizzarla fosse stato San Giuseppe con le sembianze di quell'anziano falegname? Suor Florian ha detto: 

Numerosi periti del legno, inoltre, hanno tentato di individuare la sua origine, senza trovar risposte. Gli scalini, instancabilmente utilizzati da oltre un secolo, non presentano segni di usura che sul bordo. Resta il fatto che questo legno duro non viene dal Nuovo Messico. 

La Cappella è stata dedicata a San Giuseppe il 25 aprile del 1878. Non hanno mai fatto indagare la diocesi su quella presunta apparizione di San Giuseppe, nè hanno mai detto ufficialmente che la scala è stata realizzata per mano sua: eppure le buone suore sono convinte che quell'opera sia stata la risposta alla preghiera fiduciosa, da loro rivolta al glorioso Sposo della Vergine.