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Un buon corso preparto non ti guida. Ti mette alla guida

PREGNANT,
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Il Parto Positivo - pubblicato il 24/03/21
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La top 3 dei peggiori corsi preparto

Lo avevamo già scritto qui, scopriamo di essere incinta e scatta il pensiero “qualcuno faccia qualcosa!”. Con un po’ di fortuna, il qualcuno-faccia-qualcosa lascia presto il posto al devo-fare-qualcosa-io. Bene, ma cosa? Per molte di noi, la risposta ovvia, intuita se non data per scontato, è “un corso preparto”.

Giustissimo. E anche sbagliatissimo. Dipende. Corso preparto in sé vuol dire poco. Ce ne sono di ogni genere e specie.

“Corso” implica per definizione una posizione in cui qualcuno che sa insegna a chi non sa. Ed é una posizione pericolosa: perchè da una parte sappiamo tutte - o dovremmo saperlo - che le donne sanno partorire e i bambini sanno nascere. Dall’altra sappiamo che spesso non sanno di saperlo. In un circolo esplosivo di sapienza originaria sopita e terrore dell’ignoto. Dietro cui sta sempre in agguato la tentazione di lasciar fare a chi ne sa più di noi.

E la cosa è ancor più grave: in molti corsi preparto sono rimaste impigliate quelle strutture folkloristiche di cui una donna in attesa deve urgentemente liberarsi. Quelle strutture culturali alla Cenerentola che la mettono in posizione di subordinazione e necessità. Rendendola dipendente dai vari fattori esterni in modo passivo e quasi rassegnato. Quelle strutture mentali per cui il parto è ancora una questione femminista, come vi abbiamo detto qui.

CIĄŻA

E allora ecco la top 3 dei peggiori corsi preparto, quelli che quando va bene sono inutili. Quando va male sono dannosi. Ancora troppo diffusi per far finta che non esistano.

1) Il Corso dell’Ospedale (che non è il corso di ogni ospedale, attenzione). Quel corso che ti informa principalmente di quali sono le procedure di quel particolare ospedale. Senza parlarti di consenso informato. Quel corso da cui esci sapendo tutto di induzione di routine a 41+3 e nulla delle linee guida dell’OMS. Quel corso che ti dice tutto di quello che fanno e sanno fare loro, e nulla di quello che sai e puoi fare tu. Quel corso tutto all’insegna del “qui ti lasciamo… qui non ti lasciamo”. (Se ti accorgi che il corso dell’ospedale in cui pensi di far nascere il tuo bambino è così, vale la pena ricordarti che ci sono anche altri ospedali in Italia e altri luoghi in cui far nascere il tuo bambino.)

2) Il Corso di chi non ci crede. Quel corso in cui tutto sembra così rassicurante e sotto controllo, ed è previsto persino l’intervento di una ginecologa. Che però non ci crede. E dall’alto della sua cattedra rifiuta che possa crederci anche tu. E spende quel poco tempo che ha a disposizione per incitarti a far valere il tuo diritto femminista di avere un’epidurale. L’unico modo, a suo dire, sensato di avere un bambino.

Chi desidera un’epidurale deve assolutamente avere il diritto di richiederla, questo è un fatto. Ma questo è un problema di legislazione e organizzazione, non il tema di quello che dovrebbe essere un corso per metterti alla guida del tuo parto. Chi ti dice che l’unico modo per farlo è delegare ad altri, o è in cattiva fede o non sa quello che dice. Certamente non è un’ostetrica. E certamente è il primo a non credere che il tuo corpo sia meraviglioso quanto il tuo bambino. Sicura che sia la persona giusta per insegnarti qualcosa su come diventare mamma?

3) Il Corso di chi ci crede troppo. E vuole convincerti. È l’opposto, altrettanto deleterio, del punto 2. Il corso di chi sa già tutto e ha già capito tutto. Anche quello di cui hai bisogno tu. Il corso di chi ti dà tutte le informazioni sul parto in casa, la nascita lotus o l’incapsulazione della placenta e ti guarda con aria di sufficienza se dici che forse ti senti più a tuo agio in ospedale. È il corso di chi scuoterà la testa mestamente, emettendo il fumetto “Te l’avevo detto” quando una neo mamma verrà a raccontare di aver accettato (più spesso subìto) un’episiotomia o quasiasi altro intervento medico. Strumenti pratici e critici per un’interazione consapevole con il personale ospedaliero? Non pervenuti.

Cosa hanno in comune questi 3 corsi? Sono diffusi. Più di quanto non sembri. E sono subdoli: perché si cammuffano dietro nomi, loghi, istituzioni altamente qualificate. Di quelle che ti fanno pensare: gli esperti sono loro. Sapranno cosa fare. Il qualcuno-faccia-qualcosa di cui all’inizio del post è uscito dalla porta per rientrare dalla finestra del corso preparto.

La buona notizia è che i corsi e percorsi meravigliosi ci sono. C’è il nostro (che infatti è un laboratorio, non un corso, perchè le parole sono importanti e quello di preparazione al parto è un lavoro che fai tu) e altri tenuti da altre persone, altrettanto belli sparsi per tutta l’Italia. Ma vanno cercati, trovati, presi con senso critico.

Un buon corso preparto non ti guida. Ti mette alla guida.

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