Promulgazione dei decreti della Congregazione delle Cause dei Santi
Nel giorno in cui la Chiesa italiana ricordava le vittime del coronavirus, e soprattutto Bergamo, città simbolo della tragedia, Papa Francesco ha dichiarato venerabili delle religiose italiane che hanno combattuto eroicamente il virus dell’ebola in Africa.
25 anni fa, sei missionarie italiane hanno dato la vita per aiutare i più poveri e vulnerabili all’epidemia che aveva sconvolto la città congolese di Kikwit.
Il 20 febbraio, la Chiesa ha riconosciuto le virtù eroiche di tre di queste religiose: suor Floralba Rondi, suor Clarangela Ghilardi e suor Dinarosa Belleri.
La Sala Stampa della Santa Sede ha ora reso noto che Papa Francesco ha approvato il 17 marzo la promulgazione del decreto relativo per le altre tre religiose della congregazione delle Suore delle Poverelle di Bergamo: suor Danielangela Sorti, suor Annelvira Ossoli e suor Vitarosa Zorza.
Papa Francesco ha ricevuto in udienza il cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Le sei suore sono ora venerabili, e quando verrà attribuito un miracolo alla loro intercessione potranno essere dichiarate beate.
Ecco alcuni dati biografici delle religiose riconosciute nel nuovo decreto per le loro virtù eroiche:
Annelvira Ossoli

Annelvira Ossoli (al secolo Celeste Maria), religiosa professa della Congregazione delle Suore delle Poverelle – Instituto Palazzolo; nata il 26 agosto 1936 a Orzivecchi e morta a Kikwit (Repubblica Democratica del Congo) il 23 maggio 1995.
Nel 1961 era stata inviata a Kikwit, dove il 25 marzo 1962 aveva fatto la professione perpetua. Lì aveva contratto una tubercolosi polmonare che aveva superato grazie alle cure ricevute e alla sua notevole forza di carattere. Nel 1967 era tornata in Italia, dove aveva ripreso gli studi universitari a Roma, conseguendo una specializzazione in Ostetricia nel 1969.
Tornata in Congo, era stata inviata a Kisangani, alla periferia di Kinshasa, e nel 1977 a Kikwit come superiora. Un grave problema alle ginocchia l’aveva costretta a tornare in Italia per operarsi nel 1979. Una volta guarita, aveva chiesto e ottenuto il permesso per tornare in Congo.
Nel 1992 era stata nominata Superiora della Provincia d’Africa ed era trasferita a Limete, un distretto di Kinshasa, sede della casa provinciale. Quando si era resa conto delle gravi condizioni di suor Floralba Rondi, era partita da Kinshasa per assisterla, e dopo la sua morte si era fermata a Kikwit per aiutare le altre suore malate di ebola. Contagiata anche lei, è morta il 23 maggio 1995 a 59 anni.