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L’uomo che ha salvato più di un milione di bambini in 20 anni

FUNDACION MADRINA
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Javier González García - pubblicato il 18/03/21
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La Fundación Madrina è nata nel 2001 in Spagna grazie a un uomo – e a un miracolo – che ha messo la sua vita nelle mani di Dio

Conrado Giménez è biologo molecolare. Le vicissitudini della vita hanno fatto sì che finisse di lavorare in tre importanti banche spagnole, ma non avrebbe mai potuto immaginare che un incidente mortale gli avrebbe cambiato la vita.

Un giorno stava uscendo dal lavoro, e quello che è accaduto è stato il primo passo del grande progetto della sua esistenza, con cui avrebbe salvato migliaia di vite umane. “Sono uscito dalla preparazione di un consiglio d'amministrazione e ho avuto un incidente mortale. Qualcuno non ha rispettato uno Stop e mi ha sbattuto contro un muro. Mi hanno dovuto tirar fuori i pompieri, e ho perso conoscenza”.

Conrado si è risvegliato in ospedale, e si è reso conto che la sua situazione era molto delicata, di vita o di morte. “Credevo che non ce l'avrei fatta, e per questo ho pregato Dio dicendo 'Se mi concedi la vita lavorerò ovunque vorrai'”.

Anche se l'incidente era molto grave, “dopo qualche mese di riabilitazione sono tornato in banca”. Quell'esperienza ha fatto sì che la vita di Conrado iniziasse a cambiare: “Ho iniziato ad andare come volontario dalle suore di Madre Teresa di Calcutta per curare i malati di Aids di notte. Morivano, e li aiutavamo in quel passaggio”.

FUNDACION MADRINA

Conrado ha provato cosa fossero la dedizione e il volontariato e non è più riuscito a smettere. “Ho vissuto un'esperienza speciale in Perù, a Lima e a Cuzco. Sono stato con i bambini di strada, che non avevano niente da mangiare e si nutrivano di spazzatura. Li nutrivo e venivano con me in cappella”.

Lì è poi nata una nuova vocazione a seguito di un'esperienza: “Sono rimasto molto toccato quando ho visto partorire madri che senza il mio aiuto sarebbero morte dissanguate. Ho deciso allora di dedicarmi all'impresa più importante del mondo: la famiglia”. E Conrado – che sa molto di imprese – sa bene che il “CEO della famiglia è la madre, la donna. Pensavo che la si dovesse sostenere, amare e abbracciare per aiutarla a portare avanti quell'impresa così importante”.

“Ho lasciato tutto e ho fatto quel passo avanti”, ha detto Conrado ad Aleteia. In quel processo, “ho compiuto molti pellegrinaggi al Santuario di Schoenstatt. Camminate di due ore che si trasformavano in 7”.

Per arrivare alla cappella, il nostro protagonista doveva attraversare il parco della Casa de Campo di Madrid. “Cercavo le ragazze che si prostituivano nella Casa de Campo e pregavamo insieme, mentre i clienti aspettavano lì intorno. Le ho aiutate perché ho visto madri che erano capaci di vendere il proprio corpo per salvare i figli. Qualcuna di loro è diventata catechista in parrocchia”.

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Conrado ha quindi iniziato a lavorare per poter aiutare le donne e le madri della Spagna. Ha cominciato da solo, pensando “Se è una follia finirà tra qualche mese, se è di Dio andrà avanti, e il Signore troverà le persone”.

Ha quindi creato un banco alimentare specializzato: “Il banco del bambino, dove si offrono cibo e aiuto per i bambini. Uno dei motivi per cui si abortisce è perché le madri non hanno le cose indispensabili per vivere: latte, pannolini, cibo... Io raccoglievo il cibo e lo distribuivo”.

Una delle prime donne che ha aiutato si trovava in quella situazione. “Una ragazzina che si voleva suicidare e per la quale ho pregato tutta la notte. Il giorno dopo ho ricevuto un suo messaggio con la frase: ‘Mia cara fata madrina, i miei sogni sono diventati realtà’”. È nato in quel modo il nome del progetto che Dio voleva per lui:Fundación Madrina.

È stato uno dei primi casi. Aveva 14 anni. Ora ne ha più di 30 e 9 figli. “L'ho aiutata ad andare avanti, e ora mi aiuta con la fondazione. Abbiamo realizzato una casa d'accoglienza. Le madri venivano cacciate perché i bambini piangevano, e allora ho iniziato ad allestire io stesso gli appartamenti per accoglierle. Ora abbiamo circa 30 madri accolte”.

A dieci anni dall'inizio di quella “follia” e dall'incidente dopo il quale ha deciso di abbandonare la sua carriera di successo, Conrado Giménez ha ricevuto il suo primo riconoscimento, il premio Telva, concesso da una delle banche per le quali ha lavorato.

“Era la risposta di Dio per sapere che quella era la strada giusta”, ha ricordato. “Non sapevano che ero stato un loro collega. Ora ho più madrine, più compagne... anche se avessi avuto un unico caso sarebbe valsa la pena”.

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Da allora la fondazione non ha mai smesso di crescere. “Solo lo scorso anno abbiamo ricevuto 320.000 richieste di aiuto, un totale di 4.000 casi al giorno”, racconta Conrado. “Abbiamo donato da 30 tonnellate a trimestre a 20 tonnellate al giorno, tutto a causa della pandemia. Il frutto di questo lavoro che svolgiamo, però, sono tutti i bambini che si sono salvati. Mi sono reso conto che ci sarebbe stata molta fame, e per questo eravamo pronti. Con il banco alimentare sono state salvate molte vite”.

Durante la pandemia “abbiamo realizzato 1.500 interventi con madri che non volevano portare avanti la propria gravidanza a causa della pandemia. Abbiamo regalato 10.000 corredini, il che vuol dire che abbiamo salvato 10.000 bambini”.

Vent'anni dopo quell'incidente e i primi passi, Conrado ha le idee molto chiare: “Tutto questo è opera della Vergine. Senza di lei sarebbe stato impossibile sopravvivere. È un progetto molto chiaro d'amore per l'infanzia, la maternità e la Vergine. È qualcosa di sacro che Dio ha posto nelle mie mani, e Gli chiedo di poter essere un umile e degno strumento d'amore nelle Sue mani. Possiamo dire di aver aiutato un milione e mezzo di bambini in questi 20 anni”.