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Scoperti nuovi frammenti dei Rotoli del Mar Morto

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Tamarah - CC BY-SA 2.5

John Burger - pubblicato il 17/03/21

Le autorità israeliane cercano di evitare il saccheggio di artefatti dalle grotte nel deserto

Decenni dopo che la scoperta dei Rotoli del Mar Morto ha stupito il mondo con antichi manoscritti biblici, dozzine di nuovi frammenti sono state scoperte nelle grotte del deserto israeliano.

Se i frammenti ora ospitati nello Shrine of the Book di Gerusalemme sono stati rinvenuti dai pastori beduini a partire dal 1946, la nuova scoperta fa parte di una grande operazione per prevenire qualsiasi saccheggio possa aver luogo nelle innumerevoli grotte del deserto della Giudea.

I frammenti appena ritrovati, presentati dall’Autorità per le Antichità di Israele (Israeli Antiquities Authority, IAA) martedì, contengono anche testi biblici. Il New York Times ha riferito che si tratta di “versetti di Zaccaria 8, 16-17, inclusa una parte del nome di Dio scritta in ebraico antico, e versetti di Naum 1, 5-6, entrambi tratti dal libro biblico dei Dodici Profeti Minori”:

“Gli esperti sono riusciti a ricostruire 11 righe del testo di Zaccaria, inclusi i versetti: “’Queste sono le cose che dovete fare: dite la verità ciascuno al suo prossimo; fate giustizia, nei vostri tribunali, secondo verità e per la pace; nessuno trami in cuor suo alcun male contro il suo prossimo; non amate il falso giuramento; perché tutte queste cose io le odio’, dice il Signore””.

In base allo stile di scrittura, l’IAA crede che i frammenti risalgano al I secolo, ha riferito l’Associated Press (AP), aggiungendo:

“I Rotoli del Mar Morto, una collezione di testi ebraici trovati nelle grotte del deserto nella West Bank vicino Qumran negli anni Quaranta e Cinquanta, risalgono al periodo compreso tra il III secolo a.C. e il I secolo d.C.. Includono le prime copie note dei testi biblici e documenti che sottolineano le convinzioni di una setta ebraica poco compresa. Si crede che i quasi 80 nuovi frammenti appartengano a una serie di frammenti di pergamena ritrovati in una zona meridionale di Israele nota come ‘Cava dell’Orrore’ – per via dei 40 scheletri umani trovati durante gli scavi negli anni Sessanta – che riportano anche un’interpretazione greca dei Dodici Profeti Minori, un libro della Bibbia ebraica. La grotta è situata in un canyon remoto a circa 40 chilometri a sud di Gerusalemme”.

“Si crede che i frammenti facessero parte di un rotolo nascosto nella grotta durante la rivolta di Bar Kochba, una sollevazione armata ebraica contro Roma durante il regno dell’imperatore Adriano, tra il 132 e il 136”, ha riferito AP. “Anche le monete coniate dai ribelli e le punte di freccia trovate in altre grotte della regione risalgono a quel periodo”.

“Abbiamo trovato una differenza di testo che non ha parallelismi con alcun altro manoscritto, in ebraico o in greco”, ha riferito Oren Ableman, ricercatore sui Rotoli del Mar Morto con l’IAA, secondo il quale ci sono delle leggere variazioni nella resa greca del testo ebraico originale rispetto alla Septuaginta – una traduzione della Bibbia ebraica in greco realizzata in Egitto nel II e III secolo a.C..

“Quando pensiamo al testo biblico, pensiamo a qualcosa di molto statico, ma non lo era. Ci sono leggere differenze, e alcune di queste sono rilevanti”, ha aggiunto Joe Uziel, responsabile dell’unità dei Rotoli del Mar Morto dell’Autorità per le Antichità. “A ogni piccola informazione che riusciamo ad aggiungere capiamo un po’ meglio” come il testo biblico sia arrivato ad assumere la sua forma ebraica tradizionale.

“Accanto agli artefatti dell’era romana”, prosegue AP, “la mostra ha incluso scoperte ben più antiche di importanza non inferiore ritrovate durante la perlustrazione di oltre 500 grotte nel deserto: lo scheletro mummificato di 6.000 anni fa di un bambino, un immenso cesto intrecciato completo del periodo neolitico che si ritiene abbia 10.500 anni e tracce di altri materiali organici delicati preservati grazie al clima arido delle grotte”.

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