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Mammina cyber-bullizza cheerleader rivali della figlia

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Di evrymmnt|Shutterstock

Paola Belletti - pubblicato il 17/03/21

Siamo in Pennsylvania, nella cittadina di Hilltown. I fatti, scoperti dalla polizia e contestati alla signora Spone, sono questi: vessazioni, insulti, istigazione al suicidio a danno di teenagers colpevoli di insidiare il successo della figlia. Come cheerleader...

Mi sono imbattuta in un podcast, tanto per cambiare: Governare il futuro. “Se una mamma sbaraglia le concorrenti della figlia a colpi di deep fake”, a cura di Guido Sforza, sull’Huffington post.

Vessazioni e molestie contro le rivali per favorire la figlia

A dire la verità mi aveva attirato l’ambizione del titolo della rubrica, Governare il futuro, e non la scabrosità dell’episodio riportato: vessazioni a danno di ragazzine perpetrate da una madre cinquantenne per favorire il successo della figlia.

E poi ci preoccupiamo dei soffitti di cristallo; qui ci sono pavimenti di carta velina e si rischia di sprofondare.

Lei si chiama Raffaela Spone, vive a Hilltown, una piccola cittadina della Pennsylvania. È una mamma pronta a tutto purché la propria figlia abbia successo come cheerleader. E tutto per la signora Spone significa proprio tutto incluso rovinare la reputazione delle concorrenti della figlia a colpi di cyberbullismo e deep fake.

HuffPost

C’è un’App per tutto

La gravità del fatto, fa notare l’autore, è nella sproporzione dei mezzi messi in campo e a pensarci bene troppo tragicamente accessibili.

Messaggi anonimi in cui consigliava alle ragazze di porre fine alla propria inutile esistenza o le ricopriva letteralmente di montagne di insulti feroci, crudeli e irripetibili.

C’era chi cedeva a questa prime piaghe d’Egitto customizzate, chi osava tenere duro doveva prepararsi a cose ancora peggiori, rese possibili dalla malizia della donna e dalla disponibilità pressoché universale di versatili strumenti digitali:

There’s an App for that, si dicevano simpaticamente i primi sgargianti creativi della Silicon valley; c’è un App per tutto, anche per fabbricare falsi di eccellente qualità e ricattare la vittima designata.

Non è l’App che scarichi a renderti cattivo

Quello che fa la differenza, come sempre, ce lo ha detto Nostro Signore: non è quel che entra in noi ma quello che esce. E’ il cuore dell’uomo il sito più inquinato e inquinante e, per contro, la sola fonte da cui diffondere benevolenza (ricevuta, innanzitutto) e amore.

Probabilmente del tutto al riparo da scrupoli morali mamma Spone realizzava dei cosiddettideep fake: delle foto ritoccate ma non riconoscibili come falsi in cui le vittime erano mostrate nude, ubriache, in situazioni gravemente compromettenti.

Quindi mandava le foto o i video così realizzati prima alle vittime, minacciandole di diffonderle qualora non si fossero ritirate dalla competizione con la figlia, e, poi, in caso di loro rifiuto, direttamente al coach della squadra per la quale la figlia avrebbe dovuto essere cheerleader per screditare le concorrenti.

La polizia, che è riuscita a risalire a lei nonostante tutta la sua astuzia, ha trovato nella sua abitazione ben 9 SIM usate per i messaggi minatori che sperava restassero anonimi.

I detective hanno seguito come orme su un terreno, Così raccontano sul Philadelphia Inquirer, i numeri di telefono, risalendo all’indirizzo IP che li ha portati alla casa della signora Spone a Chalfont.

La digital-mamma senza scrupoli, tra l’altro, inviava messaggi anonimi – o, almeno, che si augurava restassero anonimi – alle amiche della figlia invitandole al suicidio o indirizzando loro un lungo, lunghissimo elenco di epiteti di ogni genere.

Una sorta di revenge porn falso usato allo scopo di distruggere la persona che si vuole rendere inoffensiva.

Risalire alla fonte

Anche il male si può agire comodamente da casa, in remoto; dal proprio pc, smartphone o tablet.

Ora, non ho idea se la donna sia affetta o meno da una qualche forma di infermità mentale, cosa che spesso ci si augura come spettatori per non dover stare di fronte alla verità del male morale gratuito, quello compiuto per il gusto di fare il male. La signora attualmente è accusata di molestie a danni di minorenni.

Fatto sta che la sempre maggiore potenza di mezzi e la diffusa perversione e bassezza (non più solo poca chiarezza) dei fini genera continuamente nuovi mostri.

Una mamma che scatena tutta la sua furia, subdolamente, contro delle poco più che bambine per ottenere cosa? Che la figlia vinca come cheerleader.

Antivirus, educazione o conversione?

L’autore del podcast osserva che se questi mezzi sono tanto facilmente disponibili che la sola arma di contrasto a nostra disposizione è l’educazione e la diffusione di una cultura del rispetto. Oppure, suggerisce, bisogna dotarsi di tecnologia forte buona, o di hacker etici, come si diceva qualche tempo fa. Sviluppare tecnologie per difenderci da quelle usate per offenderci.

Basterebbe, ad esempio, promuovere la diffusione quanto più capillare possibile, magari rendendole disponibili su tutti i nostri dispositivi, di soluzioni capaci di riconoscere un deep-fake e metterci, dunque, in condizione di ignorarlo o segnalarlo alle Autorità competenti.

Bullismo, cyberbullismo, mommy-bullismo

Anche la società sportiva di cui fanno parte le ragazze ha voluto dichiarare la sua innocenza, e forse anche incredulità: ma come, con tutta la nostra rigida politica antibullismo?

(Basterebbe chiedere alle mie figlie: non ne possono più, i ragazzi, di predicozzi e video torcibudella sul bullismo. Hanno bisogno di verità, senso, educazione)

“Victory Vipers ha sempre promosso un ambiente familiare e ci dispiace per tutte le persone coinvolte. Abbiamo politiche ben consolidate e una politica anti-bullismo molto rigida nel nostro programma”, hanno detto gli allenatori Mark McTague e Kelly Cramer.

ABCnews

Cambiano gli scenari, si complica la faccenda, esplode la fantasia anche nel farsi del male ma la sostanza, invece, resta sempre la stessa: il cuore dell’uomo è un vero abisso e da quel fondo può risalire davvero di tutto. La sola via di salvezza è sempre Cristo, il solo in grado di inoltrarsi fin laggiù, uccidere draghi e liberare fanciulle innocenti.

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