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Il versetto che coglie l’essenza del Vangelo…

Jan Cornelisz Vermeyen, Trójca Święta I. poł. XVI w.

Jan Cornelisz Vermeyen, Trójca Święta I. poł. XVI w. | Domena Publiczna

Padre Patrick Briscoe - pubblicato il 15/03/21

...e quattro punti per aiutarci a cogliere la profondità di questa verità

In un Angelus dell’inizio di quest’anno, il Santo Padre ha chiesto: “Come la luce di Cristo si diffonde in ogni luogo e in ogni tempo?” È una domanda pressante, soprattutto sentendo le parole del Vangelo di San Giovanni che dichiarano che Cristo è la luce venuta nel mondo. È una questione urgente, visto che l’evangelista nota che alcuni non accolgono la luce, preferendo le tenebre.

Papa Francesco afferma: “Come la luce di Cristo si diffonde in ogni luogo e in ogni tempo? Ha il suo metodo per diffondersi. Non lo fa attraverso i potenti mezzi degli imperi di questo mondo, che sempre cercano di accaparrarsene il dominio. No, la luce di Cristo si diffonde attraverso l’annuncio del Vangelo. L’annuncio, la parola, e la testimonianza”.

Al cuore di quella proclamazione dev’esserci l’atto di trasmettere la profondità dell’amore di Dio. È quello che viene riconosciuto da chi mostra poster e cartelloni durante partite di calcio, corse automobilistiche e dozzine di eventi pubblici con la citazione GIOVANNI 3, 16:

“Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3, 16).

Se non avevate imparato questo versetto a memoria dovreste farlo oggi. È uno di quei passi della Scrittura che colgono l’essenza del Vangelo. Giovanni 3, 16 presenta il cuore di tutto quello in cui credono i cristiani.

Come afferma San Tommaso d’Aquino su questo versetto, “qui dovremmo notare che la causa di tutto il nostro bene è il Signore e l’amore divino”.

Per l’Aquinate, amare significa desiderare il bene dell’altro. A suo avviso, l’amore di Dio è l’origine di tutto questo; la volontà di Dio provoca tutto ciò, e il bene viene a noi mediante il Suo amore. Dio ci ama, perché siamo Suoi figli e figlie. Ci ha creati, progetta la nostra felicità e ci invita a un’esistenza con Lui.

Una volta insegnato e imparato il messaggio può sembrare una cosa banale. Quando ci viene detto “Dio ti ama”, possiamo ascoltarlo ma non sentirlo davvero. Si può conoscere il messaggio e non crederci. Meditando sulla qualità eccezionale dell’amore di Dio, possiamo recuperare lo stupore per questo versetto che può sembrare vano, perfino poco sincero.

1 Dal punto di vista di Dio

In primo luogo, dovremmo considerare quanto sia grande l’amore di Dio dal punto di vista di chi ama. L’amore di un genitore è davvero grande. Quello di un amico è più presente e forte dell’affetto da parte di un estraneo. Sant’Agostino scrive nelle sue Confessioni:

“Dio buono e onnipotente, che ti prendi cura di ciascuno di noi come se avessi solo lui da curare, e di tutti come di ciascuno” (3.11).

Più forte dell’amore del genitore più affettuoso o dell’amico più sollecito, l’amore di Dio viene effuso nei confronti di tutti e di ciascuno. Ci ama in modo specifico, per quello che siamo.

2 La nostra povertà

In secondo luogo, la grandezza dell’amore di Dio si manifesta quando consideriamo la nostra condizione come esseri umani. Siamo creature povere, intrappolate nel tempo, oppressi dal peccato. Come dice il Salmo 144,

“L’uomo è simile a un soffio, i suoi giorni sono come l’ombra che passa”.

Nel nostro stato effimero e ferito, Dio entra e ci ama. Come afferma San Paolo, “Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo” (Efesini 2, 4-5).

3 Il Suo dono

In terzo luogo, vediamo la grandezza dell’amore di Dio manifestarsi nella grandezza dei Suoi doni. L’amore viene mostrato dai doni. Dimostriamo la premura e la benevolenza donando. Che si tratti di un compleanno o del Natale, dell’onomastico o di qualsiasi altra occasione particolare (o di nessuna), un dono dimostra devozione e stima. Il dono di Dio è la cosa più grande che si possa immaginare. Ci ha inviato Suo Figlio; il Suo Figlio unigenito; il Suo Figlio amato. Questo Figlio ha ricevuto tutto dal Padre, ed effonde l’infinita bontà per provare l’immensità del Suo amore.

4 Frutti di questo dono

Vediamo infine la grandezza dell’amore di Dio dai frutti del Suo dono. Inviando il Suo Figlio unigenito perché morisse per noi, Dio intende nel Suo amore che dovremmo avere la vita eterna con Lui. Quando pecchiamo, scegliamo liberamente di allontanarci da questo percorso di vita che Dio ci offre.

Ponderate in questo giorno le profondità incommensurabili dell’amore di Dio. Quanto sono splendide le vie divine! Quanto sono straordinarie le Sue azioni! Per la Sua misericordia siamo stati salvati.

Questo amore era motivo di stupore straordinario per la Carmelitana del XIX secolo Santa Teresa di Lisieux. Colpita dalla grandezza dell’amore scriveva:


“Allora con somma gioia ed estasi dell’animo gridai: O Gesù, mio amore, ho trovato finalmente la mia vocazione. La mia vocazione é l’amore”.

Ogni anima è chiamata ad amare, e, come mostra Santa Teresa, trova diletto in questo. Proclamare il Vangelo, permettere alla luce di Cristo di brillare ancora nel mondo, significa permettere a questo amore, l’amore più grande, di guidare la nostra vita.

Aggrappatevi all’amore di Dio. Abbracciate il Suo amore. Vivete per l’amore.

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