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Maternità e lavoro: ancora un duello all’ultimo sangue?

woman pregnant in black and white striped shirt standing near bare tree

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La Croce - Quotidiano - Rachele Sagramoso - pubblicato il 15/03/21

Resta incinta e l'ambiente di lavoro la tratta come un agente patogeno da eliminare al più presto. Quando cambierà la cultura nei confronti della maternità? Iniziamo noi.

“Donne sotto la Croce”: rubrica periodica di colloqui al femminile.
Scrivi la tua riflessione o le tue domande alla mail: donnesottolacroce@gmail.com.


Sono incinta di tre mesi e già sento che la situazione lavorativa si sta complicando. Faccio la commessa in un negozio di profumeria, ma la mia datrice di lavoro mi ha fatto ben capire che la “maternità” non è compatibile con la condizione di dipendente. Il mio compagno è sul piede di guerra, ma mi posso immaginare che trattamento potrei subire…

Leggo a destra e sinistra che le donne non fanno figli per problemi economici, scusa la franchezza, ma io non sono d’accordo: la società non sopporta la condizione della donna che fa la mamma.

Dovrebbero stendere tappeti rossi ovunque, quando la donna mette al mondo un figlio, e invece diventi un peso, una “pancina” da prendere in giro perché dopo un secondo che ha fatto il test di gravidanza, è già innamorata del suo bambino.

Mi pare ovvio che io dovrò smettere di lavorare (visto come vengo già trattata), probabilmente mi troverò da fare le pulizie e cose del genere, ma credo che la denatalità non sia un così grande problema, per lo Stato. Scusa lo sfogo, ma non so con chi altri parlare, visto che mia madre ha già sentenziato che sono stata scema a tenere mio figlio a 25 anni.
P.

Per fare la mamma servono gli anni giusti

Carissima P., che storia brutta. E pensare che hai l’età giusta per fare la mamma! Credimi! Io sono felice della mia settima figlia, ma sono a pezzi. Ci vogliono gli anni giusti! Quindi comincio facendoti le congratulazioni: un bambino! Evviva!!

Non sei purtroppo l’unica che mi scrive che ci sono situazioni lavorative piuttosto sgradevoli, nei confronti delle mamme: anche all’interno dell’inquadramento legislativo favorevole al rispetto di alcune condizioni, di fatto poi la situazione sul posto di lavoro diviene così incandescente che la mamma è costretta a cambiare mestiere. Mi ritrovo in quello che dici, a proposito della condizione della vita di mamma: è come se il costo della vita si fosse alzato per far sì che quello che noi riteniamo ‘benessere’ sia raggiungibile solo con due stipendi.

La maternità è un Must e un Master!

In teoria la donna può lavorare e fare la mamma, per legge è tutelata, ma di fatto poi è inquadrata, incasellata come ‘un peso’.

La condizione di madre dovrebbe essere un valore aggiunto. Le mamme riescono a moltiplicare le capacità organizzative e possiedono competenze che solo un genitore può approfondire in modo quasi automatico.

Il mondo del lavoro è spesso composto da donne che mettono volentieri i bastoni tra le ruote alle colleghe mamme, e questo è sgradevole, ma soprattutto eloquente. Donna
1, Mamma 0
. Una partita persa in partenza.

Per esperienza la maternità apre orizzonti anche nel mondo del lavoro e ho conosciuto mamme che hanno poi cambiato totalmente ambito lavorativo: siete stati coraggiosi ad accogliere questa piccola vita, quindi tutto il resto viene dopo.
Due parole sulla tua mamma: perdonala, la sua generazione è quella di chi anteponeva il lavoro alla famiglia, non avercela con lei. Mantieni il dialogo e vedrai che sarà una nonna top!
Un abbraccio! Rachele

QUI IL LINK A LA CROCE QUOTIDIANO

Tags:
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