Aleteia logoAleteia logoAleteia
giovedì 25 Aprile |
Aleteia logo
News
separateurCreated with Sketch.

Femministe “pacifiche” profanano una chiesa a Città del Messico

MEXICO

Shutterstock | SkazovD

Francisco Vêneto - pubblicato il 10/03/21

Mentre i cattolici non possono andare a Messa, la pandemia è stata “sospesa” perché le militanti potessero compiere atti di vandalismo

Femministe “pacifiche” hanno profanato una chiesa a Città del Messico, cosa del tutto prevedibile in base alle marce organizzate di recente da quel tipo di militanza ideologica nel Paese. Ad essere presa di mira, domenica 7 marzo, è stata la chiesa dei Santi Cosma e Damiano nella città di Oaxaca.

Gli atti di vandalismo sono stati organizzati e commessi con la scusa della Giornata Internazionale della Donna (8 marzo), e hanno contato sulla complicità del Governo socialista di Andrés Manuel López Obrador. È stato lui, del resto, a definire “pacifiche” le militanti in questione, visto che ha dichiarato, in una conferenza stampa del 3 marzo, che stava autorizzando “manifestazioni pacifiche” nel rispetto della “libertà assoluta e completa” dei cittadini del Paese (anche se la libertà non si applica ai cattolici, limitati nelle loro liturgie quaresimali). Lo stesso Presidente ha ammesso che le femministe “l’ultima volta hanno lanciato delle bombe” durante le loro marce.

López Obrador mostra chiaramente di agire usando due pesi e due misure. Mentre il Messico restringe le attività religiose a causa della pandemia di Covid-19, il Governo ha autorizzato le marce femministe sostenendo in modo contraddittorio che “qui è proibito proibire: i diritti di manifestazione ed espressione sono garantiti”.

Durante il fine settimana, donne incappucciate e armate di bastoni hanno fatto irruzione nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano e l’hanno invasa per compiere atti di vandalismo contro banchi e finestre. Hanno anche rotto un confessionale e una statua di San Giuda Taddeo. Uno dei banchi è stato gettato in strada.

Il gruppo di donne “pacifiche” ha anche provocato danni alla cattedrale di Oaxaca e a edifici privati e pubblici.

Visto che la coerenza è ben lungi dall’essere un elemento tipico di questo tipo di militanza, le femministe chiedevano la “fine della violenza” (!) mentre minacciavano persone e depredavano luoghi. Le informazioni sono dell’agenzia di notizie Quadratín Oaxaca.

Due pesi e due misure

Il Messico segue quindi l’esempio della Spagna governata dal socialista Pedro Sánchez (cfr. Aleteia, 2 marzo 2021), mostrandosi ambivalente al momento di delineare le sue politiche, in base al fatto che i beneficiari siano o meno allineati alla sua ideologia.

Se è stato infatti dato il via libera alle manifestazioni femministe, nella maggior parte del Paese si sta limitando il numero dei fedeli che possono partecipare alla Messa, nonché processioni e altre liturgie tradizionali della Quaresima e della Settimana Santa, come la Via Crucis.

Il Messico ha già registrato quasi 200.000 morti per Covid-19, il che lo rende il terzo Paese al mondo per decessi dovuti a questa causa, dopo gli Stati Uniti (con oltre 530.000 morti) e il Brasile (più di 260.000).

Di fronte a cifre del genere, non sono ovviamente mancate le critiche nei confronti dell’atteggiamento incoerente del Governo socialista messicano.

Luis Losada, direttore della piattaforma CitizenGO in America Latina, ha parlato con l’agenzia cattolica ACI Prensa.

“Perché la ‘libertà assoluta’ è asimmetrica?”, ha chiesto. “Perché non c’è ‘libertà assoluta’ per partecipare ai culti religiosi ma ce n’è per prendere parte a eventi femministi? Come spiegare questa asimmetria a molti proprietari di ristoranti falliti e chiusi? La libertà d’espressione è un diritto fondamentale, ma lo sono anche la libertà religiosa e quella imprenditoriale”.

“Se un’emergenza sanitaria obbliga a limitarle per evitare la diffusione della pandemia e salvare vite umane, obbligherà tutti, non solo alcuni. Questa asimmetria, oltre che irritante, è immorale e illegale, e per giunta irresponsabile”.

Secondo Losada, inoltre, non ha senso “chiedere che le femministe non siano violente” nelle manifestazioni: “Credono nella violenza come vettore politico”; “per le femministe, la loro agenda è quasi la religione che professano. Non l’abbandoneranno mai. Non si accontenteranno mai di rompere qualche vetro. Vogliono l’aborto senza limiti. E ovviamente finanziato con lo sforzo fiscale di tutti i cittadini. Non si fermeranno finché non otterranno ciò che vogliono”.

Top 10
See More