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La basilica di Santa Cecilia in Trastevere, il martirio e gli agnelli

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Marinella Bandini - pubblicato il 03/03/21
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Rivivi l’antica tradizione quaresimale dei cristiani di Roma. Alla scoperta delle “chiese stazionali”Santa Cecilia è stata immortalata nella statua del Maderno, collocata sotto l’altare della basilica dedicata a questa giovane martire del III secolo. È rappresentata nella posizione in cui è stata ritrovata all’apertura della sua tomba, nel 1599: il corpo era quasi integro, la testa girata per la decapitazione, le ferite sul collo, tre dita della mano destra a indicare la Trinità, un dito della sinistra a indicare Dio.

Cecilia fu uccisa nella sua casa, i cui resti sono sotto la basilica: venne rinchiusa per tre giorni nel calidarium, la zona dei bagni di vapore, per farla soffocare. Sopravvisse e fu decapitata, ma tre colpi di spada non bastarono e morì dopo tre giorni di agonia.

La basilica attuale risale al IX secolo. Papa Pasquale I la fece edificare sulla chiesa precedente, in seguito a un sogno in cui Cecilia gli apparve e gli indicò il luogo della sua sepoltura, nelle catacombe di San Callisto. Da qui il corpo fu riportato nella sua casa e fu ricostruita la basilica.

Le monache benedettine sono qui dal 1527 e portano avanti un’antica tradizione: con la lana degli agnelli tessono i palli, le stole che il Papa consegna agli arcivescovi metropoliti: simbolo della pecorella salvata dal Buon Pastore e dell’Agnello crocifisso per la salvezza del mondo.

 Il Figlio dell’uomo non è venuto
per essere servito, ma per servire
e dare la sua vita in riscatto per molti
Mt 20,28

 

* In collaborazione con l’Ufficio comunicazioni sociali del Vicariato di Roma