L’aborto è e rimarrà sempre una ferita aperta nel cuore dell’umanità. E, come ogni ferita, sanguina, fa male, brucia, chiede di essere guarita.
Se vogliono, le donne e gli uomini che hanno avuto la fortuna di nascere, possono fare molto di più per concedere anche a chi non può difendersi, il diritto di nascere. (16 febbraio 2020)
L’aborto è un dramma
Aborto, sì. Aborto, no. Dramma che lacera e sempre lacererà l’umanità. Parlarne è un dovere. Un bene per tutti.
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Oltre alla donna interessata e al nascituro, ci sono i bambini, i ragazzi che leggono e che debbono formarsi una coscienza. Non stiamo parlando di una partita di pallone ma di vita umana.
Questa è la prima “foto” di un bambino che nascerà tra sei mesi.
Il suo papà scrive:
Appena tre mesi, come si può dire non è niente? Un cuore che batte, delle manine che si muovono, un corpo formato. No, non è vero che non è niente, è vita, vita donata, vita benedetta, vita che indegnamente ci è stata affidata!
Ognuno può pensarla come meglio crede e fare le scelte che le leggi gli consentono. Nessuno giudica nessuno.
Possiamo parlare di aborto perché nostra mamma non ci fece trascinare via
Dire, però, che questa vita non è vita non è la verità. Forse è questo che inquieta le coscienze.
Una cosa è certa, se stiamo qui a parlare è perché quando eravamo in questa condizione la mamma nostra non ci fece trascinare via da nessuno.