Una bellissima lettera immaginaria con cui il sacerdote beato ci riporta a Betlemme. Don Tonino Bello racconta così la storia d’amore con Maria
Riporta con la mente a Betlemme la bellissima lettera immaginaria di Don Tonino Bello a San Giuseppe. Ci introduce in quella calda atmosfera che si viveva nella bottega del padre putativo di Gesù, mentre da bravo artigiano intagliava e piallava il legno.
La lettera del sacerdote pugliese è riportata da Don Luigi Epicoco nel libro “Con cuore di padre”, (Edizioni San Paolo 2021, pp. 128).
«Caro San Giuseppe, scusami se approfitto della tua ospitalità e, con una audacia al limite della discrezione, mi fermo per una mezz’oretta nella tua bottega di falegname per scambiare quattro chiacchiere con te…». Inizia così il testo di Don Tonino Bello dedicato alla figura di San Giuseppe.
La storia d’amore tra Giuseppe e Maria
Questo dialogo immaginario affronta il tema dell’amore e della relazione tra i genitori di Gesù. «Dimmi, Giuseppe, quand’è che hai conosciuto Maria? – domanda Don Tonino -. Forse un mattino di primavera, mentre tornava dalla fontana del villaggio con l’anfora sul capo e con la mano sul fianco, snello come lo stelo di un fiordaliso? O forse un giorno di sabato, mentre con le fanciulle di Nazareth conversava in disparte, sotto l’arco della sinagoga?».
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“Ti scriveva lettere d’amore?”
Don Tonino immagina che tra Giuseppe e Maria ci sia stata una corrispondenza amorosa. «Ti scriveva lettere d’amore? Forse si! E il sorriso con cui accompagni il cenno degli occhi verso l’armadio delle tinte e delle vernici mi fa capire che in uno di quei barattoli vuoti, che ormai non si aprono più, ne conservi ancora qualcuna!».
Poi, prosegue il sacerdote beato, gli dice che «una notte hai preso il coraggio a due mani e sei andato sotto la sua finestra, profumata di basilico e di menta. E le hai cantato sommessamente le strofe del Cantico dei Cantici. “Alzati amica mia, mia bella e vieni, perché ecco, l’inverno è passato, è cessata la pioggia, se n’è andata…”».
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Il sognatore che ha compreso l’animo di Maria
Prosegue Don Tonino Bello, rivolgendosi a San Giuseppe: «Solo tu, il sognatore, potevi capirla (Maria ndr). Ti ha parlato di Jahvè. Di un angelo del Signore. Di un mistero nascosto nei secoli e ora nascosto nel suo grembo».
E ancora, «di un progetto più grande dell’universo e più alto del firmamento che vi sovrastava. Poi ti ha chiesto di uscire dalla sua vita, di dirle addio e di dimenticarla per sempre».
La “dichiarazione d’amore”
Fu allora, sottolinea il sacerdote pugliese, «che la stringesti per la prima volta al cuore e le dicesti tremando. “Per me, rinuncio volentieri ai miei piani. Voglio condividere i tuoi, Maria, purché mi faccia stare con te”. Lei ti rispose di sì, e tu le sfiorasti il grembo con una carezza. Era la tua prima benedizione sulla Chiesa nascente».
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Il “tesoro” di San Giuseppe: la carità
Secondo Don Tonino Bello, San Giuseppe ha avuto «più coraggio a condividere il progetto di Maria», di quanto «ne abbia avuto lei a condividere il progetto del Signore. Lei ha puntato tutto sull’onnipotenza del Creatore. Tu hai scommesso tutto sulla fragilità di una creatura. Lei ha avuto più fede, ma tu hai avuto più speranza. La carità ha fatto il resto in te».
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