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La basilica di Santa Balbina, la martire che ritrovò le catene di S. Pietro

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Mario De Matteis - blog "I Viaggi di Raffaella"

Marinella Bandini - pubblicato il 02/03/21

Rivivi l’antica tradizione quaresimale dei cristiani di Roma. Alla scoperta delle “chiese stazionali”

Le prime notizie storiche della basilica di S. Balbina sono del VI secolo, quando vi furono trasferite le reliquie e fu dedicata alla martire, ma probabilmente esisteva già dal IV-V secolo. Si trova sul “piccolo Aventino”, nascosta ai più. È un unico ambiente, forse l’aula di una grande residenza privata, poi trasformata in chiesa. Da allora non si contano restauri, rifacimenti e passaggi di proprietà. Nel 1798 fu addirittura messa all’asta. Oggi appartiene al Capitolo Vaticano, ma è chiusa per crollo, e la stazione quaresimale si terrà nella vicina basilica di S. Saba.

Stessa sorte per il convento adiacente, prima sede del Pontificio Istituto Agrario per fanciulli abbandonati, poi sede di un istituto di correzione per minorenni, quindi ospizio per ex-prostitute convertite. Oggi è una casa di riposo per anziani.

Non si sa quasi niente di Balbina. Vissuta nel II secolo, era figlia del tribuno romano Quirino, poi convertito e morto martire. A lei si fa risalire la scoperta delle catene di San Pietro. Secondo leggenda, Balbina soffriva di una malattia alla gola. Papa Alessandro, prigioniero nella casa di Quirino, le disse di cercare le catene di san Pietro e, “una volta che le hai trovate, baciale con devozione e presto guarirai”. E così fu.

Chi tra voi è più grande,
sarà vostro servo;
chi invece si esalterà,
sarà umiliato
e chi si umilierà sarà esaltato
Mt 23, 11-12

* In collaborazione con l’Ufficio comunicazioni sociali del Vicariato di Roma

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chiese stazionaliquaresimastazioni quaresimali
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