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Santa Maria in Domnica, la navicella e l’Arca

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Antoine Mekary | ALETEIA

Marinella Bandini - pubblicato il 28/02/21

Rivivi l’antica tradizione quaresimale dei cristiani di Roma. Alla scoperta delle “chiese stazionali”

La chiesa di S. Maria in Domnica è detta “alla Navicella” per un’antica scultura romana – oggi trasformata in fontana – a forma di piccola nave, nel piazzale davanti alla chiesa. Sarebbe un ex voto alla dea Iside, protettrice dei naviganti. L’appellativo “domnica” sarebbe riferito al terreno su cui sorge la chiesa: la tradizione dice sulla casa di S. Ciriaca, il cui nome significa “appartenente al Signore”, collaboratrice del diacono Lorenzo. Più verosimilmente su alcuni terreni di pertinenza imperiali, i “praedia dominica”.

Papa Pasquale I le ha dato il suo aspetto attuale nel IX secolo. Risale a quest’epoca il mosaico absidale, con la Madonna in trono al centro della scena. Ai suoi piedi c’è Pasquale I, la cui aureola quadrata indica che era vivente all’epoca della realizzazione dell’opera.


OUR LADY OF THE SEA

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A questa chiesa – e ai restauri del XVI secolo – è legato il nome della famiglia de’ Medici, il cui stemma è al centro del soffitto a cassettoni. I due cassettoni più grandi riprendono il tema della nave (o Arca) riferito sia alla Beata Vergine Maria, “Arca dell’Alleanza”, sia alla Chiesa, che naviga nel mare tempestoso delle vicende storiche compiendo la sua opera di salvezza universale.

Si diranno benedette nella tua discendenza
 tutte le nazioni della terra
 perché tu hai obbedito alla mia voce
 (Gn 22,18)

* In collaborazione con l’Ufficio comunicazioni sociali del Vicariato di Roma

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