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Rilasciate dopo l’appello del Papa all’Angelus le ragazze rapite in Nigeria

NIGERIAN SCHOOLGIRLS

AMINU ABUBAKAR | AFP

Giovanni Marcotullio - pubblicato il 27/02/21

Rapite ieri 317 studentesse dal dormitorio del liceo statale di Jangebe, nello stato nigeriano del Zamfara: è il terzo rapimento di massa in tre mesi. Su Twitter Obianuju Ekeocha ha denunciato: «C'è più attenzione mediatica per i cani rapiti di una star che per delle giovani nigeriane».

Sono state rilasciate le 317 studentesse nigeriane che erano state prese in ostaggio da gruppi armati nella cittadina di Jangebe, nello stato del Zamfara. La notizia è arrivata nella serata di domenica 28 febbraio, poche ore dopo che anche papa Francesco, nell’Angelus, aveva rivolto un caldo appello per la liberazione delle ragazze:

Unisco la mia voce a quella dei vescovi della Nigeria per condannare il vile rapimento di 317 ragazze, portate via dalla loro scuola a Jangebe, nel nord-ovest del Paese. Preghiamo per queste ragazze, perché possano presto tornare a casa. Sono vicino alle loro famiglie e a loro stesse. Preghiamo insieme. Preghiamo la Madonna perché le custodisca. Ave o Maria,…

Non sembra si sia tuttavia giunti all’auspicabile chiarezza nella ricostruzione della dinamica: l’identità del gruppo armato terrorista è ancora incerta (in tutta la regione centrafricana, del resto, simili gruppi proliferano innumerevoli), ma dai resoconti dei cittadini locali pare che fossero abbastanza forti da inibire la reazione dei soldati presenti in un campo militare non distante dalla scuola. Non è noto se sia stato versato un riscatto o no.

I dati noti

Venerdì 26 febbraio, proprio mentre traducevamo l’intervista al pastore Gideon Para-Mallam sulla sorte di Léa Sharibu, che ormai da più di tre anni è nelle grinfie di Boko Haram, le agenzie battevano la notizia di altri 317 studentesse rapite dalle medesime bande nella Nigeria nord-occidentale: questo è il terzo rapimento di massa negli ultimi tre mesi, nella regione, perpetrato sempre a danno di giovani ragazzi e ragazze.

The Guardian ha riassunto così i fatti:

Le studentesse sono state rapite – informazione rilasciata nella giornata di venerdì 26 febbraio dalla polizia – intorno all’una di notte dalla scuola superiore statale di Jangebe, nello stato del Zamfara. La polizia e gli ufficiali dell’esercito hanno «avviato un’operazione congiunta di ricerca e salvataggio delle 317 studentesse rapite dai banditi armati», secondo le parole del portavoce della polizia locale Mohammed Shehu.

Il copione è noto: i ragazzi vengono addestrati alla guerriglia e le ragazze diventano schiave sessuali della banda; talvolta qualcuno viene rilasciato, o dietro riscatto o col pretesto di “conversione all’islam” (spesso, ma non sempre, le vittime dei rapimenti sono di fede cristiana).

Il J’Accuse dell’attivista africana

Venerdì stesso Obianuju Ekeocha – l’ematologa nigeriana nota per il suo attivismo politico-culturale – ha scagliato nell’etere informatico un dardo in forma di Tweet:

Ai cani di Lady Gaga rapiti è stata data maggiore attenzione, da parte dei media internazionali, che alle 317 bambine rapite in Nigeria.

Effettivamente i cani della star hollywoodiana sono tutti sani e salvi, dopo la mobilitazione della CNN, della ABC, della Polizia di Los Angeles… nonché il bando di 500.000 (cinquecentomila) dollari – «senza fare domande» – a chiunque li avesse riportati.

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Non giova riattizzare l’assurda diatriba tra specisti e antispecisti: l’osservazione di Obianuju Ekeocha non significa che abbia esagerato Lady Gaga (ha usato i mezzi di cui dispone per riscattare beni a cui tiene), ma che è assurdo come il mainstream atlantico selezioni il “notiziabile” in base ai trend topic sui social.

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