Grazie e miracoli sono stati riferiti dai pellegrini che si sono bagnati nelle acque del Santuario dell’Amore Misericorioso a Collevalenza “Non come un giudice per condannare la gente e infliggerle la Sua punizione, ma come un Padre amorevole che la perdona, che dimentica e non tiene conto delle offese commesse contro di LUI”.
Madre Speranza
I cattolici di tutto il mondo hanno familiarità con il santuario di Lourdes, e in particolare con le sue piscine note per le loro qualità guaritrici. Una breve immersione nelle acque dei Pirenei è parte integrale di qualsiasi pellegrinaggio nella cittadina francese.
Anche in Italia c’è un luogo noto per le sue acque miracolose: il Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza. Meno noto della controparte francese, è situato in Umbria, a poca distanza da Assisi.
Gli umili inizi di Madre Speranza
La storia di Collevalenza è strettamente collegata a Madre Speranza, una suora spagnola del XX secolo e mistica beatificata nel 2014.
María Josefa Alhama Valera era nata il 30 settembre 1893 a Santomera, in Spagna, prima di nove figli di due poveri agricoltori.
Quando aveva 12 anni, ebbe una visione di Santa Teresa di Lisieux, che le disse: “Bambina, sono venuta a dirti a nome del Buon Signore che dovrai iniziare da dove io ho finito”. In quel momento ricevette la missione e il messaggio che avrebbe diffuso nel mondo: quello dell’Amore Misericordioso di Dio.
A 21 anni si consacrò con le Missionarie Claretiane, ma la notte di Natale del 1930 si sentì chiamava a fondare una nuova congregazione: le Ancelle dell’Amore Misericordioso. Guidò quindi questo nuovo movimento, dedicato ad accogliere ed educare i bambini poveri e gli orfani e a prendersi cura di malati e anziani.
Nel 1936 aprì la sua prima comunità a Roma. Per i 15 anni successivi servì i poveri alla periferia della Città Eterna, soprattutto le persone colpite dalla II Guerra Mondiale. In seguito fondò una congregazione religiosa maschile.
Tra il 1936 e il 1941, Madre Speranza sperimentò quello che i suoi biografi chiamano “martirio incruento”. Venne calunniata da sacerdoti e vescovi spagnoli, e la sua guida venne contestata. Perfino alcune sue religiose la accusarono di illecito e chiesero la sua rimozione come superiora generale dell’ordine che aveva fondato.
Venne chiamata al Sant’Uffizio per difendere l’ortodossia della sua dottrina e rispondere alle accuse nei confronti del suo carattere e dei suoi carismi spirituali. Dopo tre anni il Sant’Uffizio confermò la su ortodossia, e le venne permesso di continuare a guidare il suo ordine.
La profezia di una suora del XX secolo
Nel 1951 Madre Speranza si trasferì a Collevalenza, nella diocesi di Todi, dove si sentì chiamata a costruire un santuario dedicato all’Amore Misericordioso e a promuovere i suoi insegnamenti. Il suo messaggio era: “Dio aspetta gli uomini, non come un giudice per condannarli e infliggere una punizione, ma come un Padre che li ama, li perdona, dimentica le offese ricevute e non ne tiene conto”.
Vicino al santuario, Madre Speranza profetizzò che ci fossero delle acque sotterranee, e ordinò di scavare un pozzo. Venne effettivamente scoperta una falda acquifera a 92 metri al di sotto del punto che aveva indicato.
L’acqua venne incanalata in una serie di bacini in cui i pellegrini potessero bagnarsi. Madre Speranza si riferì al messaggio dell’acqua dicendo: “La virtù di guarire i malati, i poveri che non hanno mezzi, anche con un’unica goccia d’acqua – possa quest’acqua essere la figura della Tua grazia e misericordia”.
I pellegrini che vi si sono bagnati hanno riferito molti miracoli e grazie di altro tipo.
Sulla via della canonizzazione
Madre Speranza è morta l’8 febbraio 1983 a quasi 90 anni. In base ai suoi desideri, è stata sepolta nella cripta del santuario di Collevalenza cinque giorni dopo.
Il 23 aprile 2002 è stata proclamata Venerabile. Il 31 maggio 2014, con il consenso di Papa Francesco, Madre Speranza è stata beatificata. È in corso la sua causa di canonizzazione.