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Congo, Attanasio salvò dal Covid suor Annalisa. “Devo a lui la mia vita”

L'ambasciatore Luca Attanasio (23 Maggio 1977 – 22 Febbraio 2021).

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 24/02/21
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“In ospedale mi rincuorava in continuazione. Era un uomo dal cuore grande, un bravissimo italiano di cui dobbiamo andare fieri”, dice la suora, missionaria per 14 anni nel Paese africano

Una suora missionaria deve la vita all’ambasciatore Luca Attanasio, ucciso in un attentato in Congo. «Attanasio era un uomo dal cuore grande, un bravissimo italiano di cui dobbiamo andare fieri«, dice all’ANSA (23 febbraio) suor Annalisa Alba, la religiosa delle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto, per 14 anni missionaria in Congo.

Suor Annalisa è stata ‘salvata’ l’estate scorsa dal Covid, mentre era in missione nel Paese africano, grazie al rimpatrio con un volo dell’Aeronautica militare organizzato dall’ambasciatore ucciso.

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MONUSCO Photos-CC

La parte orientale del Congo è teatro quotidiano di violenze e guerre civili.

“Mi diceva sempre che non sarei morta”

Dopo i primi contatti telefonici, intercorsi durante la malattia della religiosa (giunta a Ciampino il 31 agosto 2020), i due si erano conosciuti personalmente a fine settembre, quando Attanasio aveva fatto visita alla curia generalizia dell’istituto religioso, a Roma.

«Quando ero ricoverata in ospedale – ricorda suor Annalisa – mi diceva sempre di avere coraggio, che non sarei morta, e che quando fossi uscita mi sarebbe venuto a trovare. Ha mantenuto la promessa e anzi mi aveva detto che il prossimo aprile, quando sarebbe tornato in Italia, ci saremmo rivisti, sempre a Roma».



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“Ho pianto tanto, pensando anche alla sua giovane moglie”

La suora ora presta servizio all’economato della casa di riposo San Giuseppe per suore anziane e malate, a Spoleto. E’ qui che ha appreso la notizia dell’attacco contro il convoglio che trasportava Attanasio.

«L’ho saputo dalla televisione e non potevo crederci – dice ancora suor Annalisa -, poi ho chiesto notizie alle tante conoscenze che ho ancora in Congo e mi hanno confermato. Ho pianto tanto, pensando anche a quella povera moglie. Come lei Luca era una persona semplice, che sapeva metterti a tuo agio. Mi aveva detto lui di chiamarlo per nome e di lasciare da parte i titoli».


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I rischi che corre chi è in missione in Congo

Una tragedia inaspettata, avvenuta comunque in un contesto difficile, che la missionaria conosce bene. Suor Annalisa, infatti, ha prestato il servizio missionario nella zona della città di Goma, nella bollente parte orientale del Paese.

«Sono territori di confine molto pericolosi – continua la suora -, dove ci sono morti ogni giorno. La situazione lì è drammatica e io vedevo scene che facevano rabbrividire. Ma nessuno interviene e noi missionarie cerchiamo di dare una mano come possiamo, anche con piccoli progetti. Lo stesso faceva Luca. Ora temo tanto per i congolesi, il Paese sarà ancora più segnato da questa vicenda».



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