Nel nuovo libro di padre Felice Accrocca i protagonisti sono una madre e un figlio, una "guida carismatica" e la sua discepola
«Oggi siamo sempre meno pazienti. Eppure la pazienza ci porta sulla via della santità». La pazienza, come l’attesa, dona sapore alle cose. E lo sanno anche i santi. Monsignor Felice Accrocca, ne ha parlato nel libro “Elogio della pazienza”, pubblicato da Libreria Editrice Vaticana.
Le pagine del libro sono incentrate «su quattro personaggi e sulle loro storie». Si tratta, indubbiamente, di storie “vere”, ricavate dalle molte autorevoli fonti storiche che abbiamo a disposizione. «Quattro storie – premette Accrocca – ma non quattro mondi diversi: i primi due protagonisti sono infatti madre e figlio (Monica e Agostino), mentre gli altri (Francesco e Chiara) appaiono indissolubilmente legati dalla sequela di Gesù povero, un percorso sulle vie di Dio nel quale l’uno fu guida sapiente per l’altra».
Quattro storie che “frenano” le nostre corse, i nostri ritardi
Quattro itinerari diversi, attraverso cui i protagonisti hanno dovuto apprendere sulla loro stessa pelle cosa significhi aver pazienza, non stancarsi, non irrigidirsi, non deflettere dai propri obiettivi. Quattro storie che possono insegnare tanto a persone come noi, sempre di corsa, sempre in ritardo, incapaci di attendere anche un minuto in più, ai quali è stato tanto difficile abituarsi alla quarantena forzata che il Covid-19 ci ha imposto.
D: Come è nata l’idea di scrivere un libro dedicato alla pazienza?
R: «Nel 2016 feci lo schema di quello che doveva essere questo volume. È rimasto tale per qualche anno. L’anno scorso dovevo fare delle trasmissioni per una tv locale. E pensai di orientarne quattro ad ogni personaggio del libro. Poi quando c’è stato il lockdown: ho avuto più tempo per riflettere, scrivere. E così l’ho completato».
D: Perchè ha scelto proprio quei quattro personaggi e non altri?
R: «Perchè Francesco e Chiara sono, da tempo, oggetto dei miei studi tradizionali. Agostino e Monica hanno un loro fascino legato alle “Confessioni”. Ed ecco le due coppie: la madre e il figlio, e il Seguace di Dio, Francesco, e la sua discepola, Chiara».
R: «Monica è una donna di fede schietta. Lei però vorrebbe forzare i tempi. Vorrebbe che la conversione di Agostino, avvenisse presto. È molto impaziente. Invece Dio le fa capire che deve perseverare nella preghiera. Infatti l’itinerario della conversione di Agostino è lungo 14 anni. Dio ha i suoi tempi, una sua pedagogia, che non coincide con la nostra. Agostino è passato dal manicheismo al neoplatonismo. Ma non si è stancato di cercare. A un certo punto si era quasi intestardito che non dovesse più tornare nella Chiesa Cattolica. Alla fine ha trovato quello che cercava, proprio laddove era convinto non ci fosse. Quindi bisogna essere pazienti nell’attendere i tempi di Dio. Lui ha i suoi progetti ai quali dobbiamo adeguarci».