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È tempo di seguire la Croce e portarla, per lasciarci salvare

WAY OF THE CROSS,NEW YORK

Spencer Platt | GettyImages North America | AFP

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 18/02/21

Andare dietro a Gesù è rinunciare al possesso delle cose per riscoprire un’appartenenza che ci salva.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.
Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà.»
Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?». (Lc 9,22-25)
Seguire un vincente è fin troppo facile. Stare dietro a qualcuno che è rifiutato diventa più complesso. Gesù dice con chiarezza, nel vangelo di oggi, che il suo destino umano non è il successo, ma bensì il rifiuto: «Il Figlio dell’uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno».
Le scelte a cui ci spinge Gesù, sono scelte controcorrente. Molto spesso vivere secondo il vangelo significa essere rifiutati dalla mentalità del mondo. A nessuno piace essere messo fuori dal coro. A nessuno piace sentirsi isolato rispetto alla massa. Eppure arriva un tempo in cui dobbiamo domandarci se siamo disposti a seguire Gesù fino all’estreme conseguenze. “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”. Se qualcuno vuole andare dietro a Gesù deve imparare a dire di no a se stesso, deve smettere di lamentarsi della propria vita e deve scegliere di prendersene la responsabilità senza fare più la vittima.
“Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà”. Tutti coloro che si agitano per auto salvarsi alla fine affogano prima, coloro invece che si affidano al Signore accettando di lasciarsi salvare alla fine rimangono a galla. “Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?”. A che serve cioè continuare a vivere la propria vita in maniera compulsiva non accorgendoci che non è il possesso a farci vivere ma bensì il sentirci di qualcuno? Ecco allora come il vangelo di oggi ci indica un percorso preciso: non avere paura di tirare le estreme conseguenze della nostra sequela a Cristo; smettere di vivere solo con l’atteggiamento di chi subisce e comportarci da persone libere e non più da vittime in cerca di colpevoli; lasciarsi salvare; rinunciare al possesso delle cose per riscoprire un’appartenenza che ci salva. Se qualcuno cercava una via pratica eccolo accontentato.

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