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Un pellegrinaggio sulle orme di Santa Chiara

Basilica of St. Clare

Marco Rubino | Shutterstock

Bret Thoman, OFS - pubblicato il 11/02/21

Insieme a San Francesco, è tra i santi più illustri della Chiesa cattolica

Ogni anno, innumerevoli pellegrini si recano ad Assisi per ripercorrere i passi di San Francesco e conoscere meglio uno dei santi più illustri della Chiesa cattolica. Molti, però, non sono consapevoli del viaggio parallelo intrapreso dall’altra grande santa di Assisi, Santa Chiara, la cui storia è altrettanto straordinaria.

Il viaggio di Santa Chiara inizia nella zona alta di Assisi, nella cattedrale di San Rufino. A sinistra della cattedrale c’è una piccola cappella che indica il luogo in cui si trovava una volta la casa paterna di Chiara. Pur essendo cresciuta in una famiglia agiata, Chiara dedicava le sue giornate alla preghiera, al digiuno e a distribuire il proprio cibo ai poveri. A 18 anni prese la decisione definitiva. A mezzanotte dopo la Domenica delle Palme del 1212 abbandonò la ricchezza e i privilegi del nobile castello del padre per seguire Francesco in povertà.




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Si scende poi seguendo le indicazioni per Santa Chiara. Dopo aver sceso molti gradini si vedrà sulla sinistra la basilica di Santa Chiara. Quando Chiara passò in questo punto quella notte, c’era una piccola chiesa dedicata a San Giorgio. Il lato destro dell’attuale basilica faceva parte della chiesa di San Giorgio. Dopo la morte di Chiara, venne inserita nella basilica costruita come sua tomba.

Si seguono ora le indicazioni per Moiano. Dopo aver passato il parcheggio di Moiano si arriva alla porta cittadina, probabilmente quella attraverso la quale Chiara uscì da Assisi. Le mura cittadine offrivano più che semplice sicurezza – contenevano l’identità del popolo. Lasciando quelle mura, Chiara stava rinunciando all’identità associata al suo status nobiliare per abbracciarne uno spirituale.

Sulla sommità della collina si gira a destra, seguendo poi il percorso di mattoni rossi verso la basilica di Santa Maria degli Angeli, al cui interno, direttamente sotto la cupola, c’è la piccola chiesa della Porziunciola. All’interno della chiesa, Francesco tagliò i capelli di Chiara, dandole la tonsura monastica. Lei partì immediatamente per un monastero benedettino per donne. All’epoca di Chiara il percorso passava per i boschi su sentieri rocciosi, oggi passa inizialmente attraverso la zona residenziale di Santa Maria degli Angeli per snodarsi poi lungo un percorso tranquillo che fiancheggia il fiume Tescio.

Alla fine del percorso, dall’altro lato della strada, c’è la chiesa di San Paolo delle Abbadesse. Oggi fa parte di un cimitero, mentre all’epoca di Chiara era un importante monastero per donne nobili. Mandarla lì fu una specie di decisione strategica. Quando i cavalieri della famiglia di Chiara andarono per portarla via, lei si tolse semplicemente il velo e mostrò loro la tonsura. Portar via una suora consacrata con la forza avrebbe portato alla scomunica. Chiara rimase con le Benedettine per circa 10 giorni. Francesco e i confratelli accompagnarono poi Chiara in un’altra comunità religiosa. Partendo dalla porta cittadina di Assisi di Porta Nuova, si trova un cartello di legno fatto a mano con una freccia che indica Sant’Angelo in Panzo.


SAINT CLARE

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Non si sa se Chiara rimase con questa comunità religiosa, forse composta da Benedettine o parte di un movimento penitenziale. La sorella di Chiara, Agnese, si unì a lei a Panzo. Dopo il suo arrivo, i cavalieri della famiglia andarono a cercarla. Questa volte cercarono di portare via Agnese con la forza. Chiara pregò, e il corpo della sorella divenne così pesante che non riuscirono a sollevarla. Fu il primo miracolo di Santa Chiara. Dopo questo episodio, Francesco accompagnò le due sorelle alla loro destinazione finale: San Damiano.

Dalla Porta Nuova di Assisi, si seguono le indicazioni per il Santuario di San Damiano, il luogo più importante collegato alla vita di Santa Chiara. Al suo interno, i visitatori possono vedere gli stalli lignei del coro in cui pregavano Chiara e le sue consorelle. In cima alle scale c’è l’oratorio in cui Chiara pregava quando era troppo malata per scendere nel coro. All’angolo della camera c’è una croce a indicare il punto in cui Chiara è morta. C’è una porta di legno che commemora il momento in cui la santa tenne in mano una pisside contenente l’Eucaristia per respingere gli invasori saraceni.

A San Damiano, Chiara abbracciò la nuova vita alla quale era chiamata. Abbandonò tutti i privilegi mondani per quello a cui si riferì come al “massimo privilegio della Povertà”.

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