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Il sistema numerico dei monaci cistercensi una volta competeva con la numerazione romana

J.P. Mauro - pubblicato il 04/02/21

Usato ampiamente dalle comunità religiose nel Medioevo, divenne obsoleto con la diffusione della stampa

Prima che il sistema arabo si affermasse come standard numerico mondiale, c’erano i numeri romani. Ogni nazione conquistata adottò il sistema di conteggio dei Romani, diffondendolo in Europa e in Asia. Il sistema non era però privo di difficoltà, e alcuni si sforzarono di idearne uno più semplice da seguire. È stato allora che sono entrati in ballo i monaci cistercensi.

Dal XIII al XV secolo, i Cistercensi d’Europa svilupparono e usarono un sistema numerico del tutto nuovo. Chiamato “numerazione cistercense”, è notevole per la sua forma incredibilmente condensata. Poche righe potevano registrare qualsiasi numero da 1 a 9999. A prima vista il sistema può lasciare confusi, ma i numeri non mentono – per noi sono solo difficili da comprendere.

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Meteoorkip (CC BY-SA 4.0) via Wikemedia

Funzionamento

Se può mettere un po’ in soggezione, il sistema è in realtà piuttosto semplice una volta che si colgono i primi 10 numeri. Come abbiamo detto, il sistema cistercense può rappresentare qualsiasi numero a 4 cifre. Ciascuna delle quattro viene inserita in un quadrante. Immaginate un grafico con le assi X e Y. La parte superiore destra è per la prima cifra (1-9), quella superiore sinistra per la seconda (10-90), quella in basso a destra per la terza (100-900) e quella in basso a sinistra per la quarta (1000-9000).

Assegnando le cifre al quadrante corretto si può creare qualsiasi numero. Tutto ciò che bisogna sapere per trascriverlo in forma araba è riconoscere le prime 10 cifre e inserire ciascuna nel quadrante corrispondente. Opportunamente, le figure sono tutte allineate su quest’asse X/Y, simile a una croce. La numerazione cistercense era quasi come una metafora per Cristo al centro di tutto.


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Se ancora non vi è chiaro non preoccupatevi – siete in buona compagnia. Anche noi siamo rimasti perplessi quando abbiamo visto il video informativo di Numberphile che abbiamo riportato. Nella seconda metà il video approfondisce il sistema, mentre nella prima offre un interessante background sui monaci. La presentazione nota anche che gli acuti Cistercensi hanno creato una forma precoce di lingua dei segni.

Se la numerazione cistercense era molto agile e condensata, non si prestava molto ai calcoli aritmetici, trovando invece uso come indicatore di date e numerazione di pagine e venendo usata ancor di più nella composizione musicale per tener conto della metrica. ZME Science indica che i simboli cistercensi erano usati anche in astronomia, e possono essere ritrovati incisi sugli strumenti astronomici medievali.

Alla fine, visto che la numerazione cistercense non poteva essere usata per le equazioni, ha prevalso il sistema arabo. Quello cistercense era purtroppo troppo complicato per le macchine da stampa, e così al suo posto ha continuato ad essere usata la numerazione romana. Il sistema ha vissuto una breve rinascita nella crittologia del XX secolo, ma oggi è ampiamente dimenticato. Per quasi 300 anni, comunque, i monaci cistercensi dall’Inghilterra all’Italia e dalla Normandia alla Svezia hanno goduto di questo affascinante sistema di numerazione.

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