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Il sacerdote che salvò una ragazzina da un soldato delle SS che poi lo uccise il giorno dopo

GIOVANNI FORNASINI

Public Domain US

Larry Peterson - pubblicato il 02/02/21

L'amore del 29enne don Giovanni Forasini per i suoi parrocchiani gli costò la vita

Giovanni Fornasini era nato il 23 febbraio 1915 a Pianaccio, nei pressi di Bologna. Suo padre, Angelo, era un carbonaio. Sua madre si chiamava Maria Gucci, e aveva un fratello maggiore, Luigi.

Angelo rimase ferito nella I Guerra Mondiale e non poté più svolgere il suo lavoro. La famiglia si trasferì a Porretta Terme, sempre in provincia di Bologna, dove Angelo riuscì a lavorare come postino. Anche Maria trovò un impiego. Giovanni frequentò la scuola locale, ma non si sa se abbia completato la scuola elementare. È documentato che dopo aver lasciato la scuola riuscì a trovare un lavoro come fattorino d’ascensore presso il Grand Hotel di Bologna.

Da adolescente sapeva già di essere chiamato al sacerdozio

Giovanni sentì presto la chiamata al sacerdozio, e a 16 anni venne accettato nel seminario minore di Borgo Capanne. La struttura chiuse nel 1932, ed egli fu trasferito al Seminario Pontificio di Bologna. Venne ordinato sacerdote il 28 giugno 1942.

Iniziò il suo ministero come assistente a Sperticano, in provincia di Bologna. La parrocchia aveva circa 400 fedeli, e padre Giovanni si curava particolarmente di loro. Erano i suoi “bambini”, e prendeva molto sul serio il suo compito. La sua prima Messa Solenne venne celebrata il 12 luglio 1942 nella chiesa di San Tommaso di Sperticano. Nell’omelia disse ai presenti “Il Signore mi ha scelto monello tra i monelli”, per far capire ai fedeli che era uno di loro.

Il 25 luglio 1943 il giovane sacerdote, appena un anno dopo la sua ordinazione, fece suonare le campane della chiesa quando Benito Mussolini venne deposto.

Sorvegliato dai nazisti

I nazisti erano a conoscenza del coinvolgimento di don Giovanni con i partigiani, e lo sorvegliavano da vicino. Il giovane sacerdote difendeva i parrocchiani indifesi dalla crudeltà e dall’oppressione nazista, e salvò molte vite mettendo a rischio la propria.

Il 12 ottobre 1944, in una scuola di Sperticano si festeggiava il compleanno di un comandante tedesco. Gli invitati avevano bevuto molto, e si divertivano al suono della musica mentre le prostitute ballavano. Il giovane sacerdote sedeva in un angolo, facendo del suo meglio per contenere la rabbia. Perché era lì? Perché cercava di salvare una pecora del suo gregge.

Quel giorno, un ufficiale delle SS aveva visto una ragazza nel rettorato tra gli sfollati, e aveva deciso di volere che quell’innocente prendesse parte ai festeggiamenti. Don Giovanni non aveva alcuna intenzione di permettere che le si facesse del male.

Li guardò tutta la sera

Don Giovanni palesò bene la propria presenza all’evento, guardando per tutta la sera i presenti. I nazisti non volevano incitare l’animo dei parrocchiani, e quindi, incredibilmente, il comandante ordinò al sacerdote di tornare in chiesa con la ragazza che era venuto a cercare. Don Giovanni sospirò di sollievo e andò via con lei. L’aveva salvata.

La mattina dopo, però, il sacerdote, con la borsa piena degli olii e dell’acqua santa necessari per seppellire i defunti, risalì la strada rocciosa che portava al punto in cui venivano lasciati i cadaveri di coloro che erano stati giustiziati con l’intenzione di seppellirne il più possibile. Quando raggiunse la vetta della collina, vide lo stesso ufficiale delle SS che voleva la ragazzina il giorno prima. Il soldato tedesco tirò fuori la pistola, sorrise a don Giovanni e gli sparò alla testa.

Terminava così la vita terrena del 29enne don Giovanni Fornasini, morto in “oblatio vitae” (offrendo la propria vita). Conosceva bene le conseguenze delle sue azioni, e le abbracciò per amore di Dio e del prossimo. Morì il 13 ottobre 1944.

Il 21 gennaio 2021, Papa Francesco ha approvato la causa di beatificazione di don Giovanni.

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