separateurCreated with Sketch.

La fede è fare tutto il possibile e affidarci all’impossibile della Grazia

whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 01/02/21
whatsappfacebooktwitter-xemailnative

Anche i demoni credono ma in nome della loro conoscenza di Dio lo rifiutano definitivamente, scegliendo l’inferno dell’assenza del Suo amore. Noi, che pure siamo sempre minacciati dal male, vogliamo invece chiedere continuamente che Egli ci liberi. Come solo Lui può.

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni.
Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo. Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a tenerlo legato neanche con catene,
perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo.
Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.
Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi, e urlando a gran voce disse: «Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!».
Gli diceva infatti: «Esci, spirito immondo, da quest’uomo!».
E gli domandò: «Come ti chiami?». «Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti».
E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione.
Ora c’era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pascolo.
E gli spiriti lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi».
Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l’altro nel mare.
I mandriani allora fuggirono, portarono la notizia in città e nella campagna e la gente si mosse a vedere che cosa fosse accaduto.
Giunti che furono da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura.
Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci.
Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.
Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di permettergli di stare con lui.
Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato».
Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli ciò che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati. (Marco 5,1-20)
“Come Gesù scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo.(…) Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi”. La reazione che ha questo indemoniato davanti a Gesù ci fa davvero molto riflettere.
Il male dovrebbe fuggire davanti a Lui, perché allora invece gli corre incontro? È così grande l’attrattiva che Gesù esercita che neppure il male ne è immune. Gesù è davvero la risposta a tutto ciò che è creato, che persino il male non può non riconoscere in Lui il compimento vero di ogni cosa, la risposta più vera ad ogni esistenza, il significato profondo di ogni vita.
Il male non è mai ateo, è sempre credente. Credere è un’evidenza per lui. Il suo problema è fare spazio a questa evidenza fino a trasformarne le scelte, le azioni. Il male sa, e proprio a partire da ciò che sa compie una scelta contraria, opposta a Dio.
Ma allontanarsi da Dio significa anche sperimentare l’inferno dell’allontanarsi dall’amore. Lontano da Dio non riusciamo nemmeno più ad amarci. E il Vangelo ci descrive questa situazione di allontanamento come una forma di masochismo verso se stessi: “Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre”. Si ha sempre bisogno di essere liberati da dei mali del genere. Nessuno di noi, a meno che non soffra di una qualche patologia, può davvero con lucidità scegliere di farsi male, di non amarsi. Chi vive questo vorrebbe esserne liberato, anche se non sa come e con quale forza. È il demonio stesso a suggerirci la risposta: “urlando a gran voce disse: «Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito immondo, da quest’uomo!»”. Gesù può liberarci da ciò che ci tormenta. La fede è fare tutto ciò che umanamente possiamo fare per aiutarci, e poi lasciare che ciò che non riusciamo più a fare noi lo possa compiere la Grazia di Dio. “Videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente”.
#dalvangelodioggi