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“Fatti capacità, io mi farò torrente”

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Lorena Moscoso - pubblicato il 01/02/21

L'esperienza di una madre di famiglia che ha iniziato a digiunare per accogliere Dio dentro di sé

Da ormai qualche mese ho iniziato ad avere un’inquietudine derivante dalla frase che dà il titolo a questo articolo, che Gesù ha pronunciato in una rivelazione a Santa Caterina: “Fatti capacità, io mi farò torrente”. Queste parole hanno suscitato una curiosità tale dentro di me che mi hanno portato a interrogarmi su cosa significhi “farsi capacità”.

Dopo un po’ sono giunto alla conclusione che doveva aver a che fare con il fatto di non sentirsi attaccati a nulla, liberi da tutto, per poter contenere l’incontenibile, per fare di Dio la cosa più importante.

In quel momento pensavo davvero di vivere in base a quello che ritenevo significasse vivere “con distacco” o essere “povera in spirito”, come dicono le Beatitudini – quelli che non hanno paura di lasciare tutto per amor di Dio. Non sentirsi attaccati a niente. Ma non ero così.

Dio ci chiama a vivere distaccati da tutto, a metterLo al primo posto nella nostra vita, a sceglierLo al di sopra di tutto. Nel Vangelo di Marco ci dice:

“Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me” (Mt 10, 37).

Cosa può essere più importante della famiglia? Se dobbiamo avere Dio come bene superiore alla famiglia, ancor più rispetto a qualsiasi altra cosa!

Credevo di avere tutto in ordine, ero infinitamente grata per tutte le benedizioni di Dio nella mia vita. Capisco che tutto ciò che possiedo appartiene a Lui, e tutto è volontà Sua. Gli offro tutto, ma…


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Digiuno: pane e acqua

Qualche tempo fa, ho dovuto pregare per una causa urgente. Un amico mi ha allora invitato a pregare e digiunare per quell’intenzione, con un digiuno a pane e acqua.

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pixabay

Mi è sembrata una buona idea, e mi ha fatto piacere che si offrisse di farlo con me, perché avevo chiaro che il digiuno non era una cosa per me. E allora, mi si è rivelata davanti agli occhi la mia miseria: è stato quasi impossibile offrire quel nulla a Dio.

Sono riuscita a trascorrere la giornata quasi senza mancare al digiuno, ma non è stato del tutto perfetto, e allora mi sono resa conto del fatto che non sono per niente capacità perché Dio si faccia torrente.

Dopo questa rivelazione, mi si sono dispiegate molte situazioni in cui avevo smesso di scegliere Lui, e questo mi ha turbata.

Dio ha offerto tutto, la Sua divinità facendosi uomo, il Suo benessere, la Sua libertà, la Sua sicurezza, il Suo tempo, le Sue preghiere, Suo Padre, Sua Madre, la Sua vita, il Suo dolore, il Suo corpo e il Suo sangue, e la lista è infinita.

Non c’era motivo per farsi uomo per redimere e soffrire quello che ha sofferto, e tuttavia si è donato senza misura, per me…

E invece io, e gli uomini… Siamo così fragili e miserabili che non siamo capaci di offrirgli un giorno della nostra vita.

Mettersi in cammino

Qualche settimana dopo quell’esperienza in cui mi è costato un mondo offrire quel digiuno, ho ricevuto un video sulle rivelazioni della Vergine Maria di Medjugorje in cui chiedeva digiuno e preghiera, intendendo come il digiuno più perfetto (se si ha l’età giusta e non c’è un impedimento ragionevole a digiunare) quello che si fa a pane e acqua.

Il primo venerdì dopo aver visto il video ho provato di nuovo il digiuno a pane e acqua. Non sono riuscita ad arrivare oltre le prime ore della giornata. Nei giorni seguenti ho sentito di aver perso perfino le grazie delle mie Confessioni. Mi sono sentita miserabile e priva d’amore per Dio.

So, tuttavia, che a chi è fedele nel poco verrà dato anche di più, e ringrazio profondamente Dio per il fatto di avermi messo davanti quell’opportunità per dimostrare fedeltà e dedizione.

Ringrazio il fatto che sia Lui a chiudere il cammino e a mettersi davanti per dirmi: “È ora, non ti adagiare, mettiti in cammino. Non sei disposta a soffrire neanche un po’ al mio fianco?”

Non sono forse quella che chiede che la sua presenza sia più chiara, per non dubitare?

Ovviamente, se non ci decidiamo e non Lo scegliamo, Dio non potrà diventare torrente in noi. I sacrifici e le sofferenze ci risvegliano a un mondo le cui dimensioni sono infinite, e voglio essere parte di questo mondo, in cui ci si rivela la verità e l’incontro con quella verità.

Nel mio caso, la mia lotta oggi è con il digiuno, domai sarà un’altra cosa, e quindi forza… un nuovo tentativo, farmi capacità, perché Egli si faccia torrente.

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