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Comunicare la fede in rete: Don Alberto Ravagnani e Aleteia su Rai1

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Aleteia - pubblicato il 31/01/21

In "Viaggio nella Chiesa di Francesco" si parla anche di (e con) Aleteia. Il tema, dopo il grande viaggio apostolico che attende il Santo Padre dal 5 all'8 marzo in Iraq, sarà la comunicazione della fede attraverso la rete. Tra i protagonisti, oltre alla nostra redazione, Don Alberto Ravagnani.

La prossima puntata di “Viaggio nella Chiesa di Francesco” è in programma per lunedì 1 Febbraio alle ore 00.25 su Rai1 e in replica su Rai Storia domenica 7 febbraio alle ore 12.30, per l’estero sulle frequenze di Rai Italia.

Il viaggio apostolico in Iraq

Il tema che aprirà la puntata sarà il viaggio di Papa Francesco in Iraq.

Tra preghiere, digiuni, appelli, l’Iraq attende Papa Francesco. Un viaggio storico. Il primo dell’era pandemica in uno dei punti più caldi del pianeta. La terra di Abramo. Dove i significati di fratellanza, dialogo e pace – al centro dell’Enciclica “Fratelli tutti” – si scontrano con una terra che non conosce pace da anni. Dalle guerre del Golfo all’occupazione dell’Isis, sei milioni i profughi interni. Metà della popolazione, in larga parte islamica, sotto la soglia della povertà. In questo contesto arriva Papa Francesco.

Il Papa, proprio per  il grande servizio che il Signore affida a Pietro e ai suoi successori, si muove come un pellegrino su tutta la terra per arrivare a pascere le pecore che gli sono affidate e confermarle nella fede. Non in forza della sua personalità ma per il suo ruolo è pastore di tutti i fedeli e speranza per ogni uomo assetato di salvezza, anche quando non la conosce. Per questo il viaggio apostolico in programma dal 5 all’8 marzo è motivo di speranza per tutti.

Come – riporta Vatican News– il viaggio rappresenta un gesto concreto di vicinanza a tutta la popolazione di quel martoriato Paese. Il Papa vuole mettersi al servizio dei fedeli della Chiesa irachena e di tutta la popolazione per contribuire a ricostruire la pace.

Comunicare la fede in rete

La puntata prevede anche una riflessione sulla possibilità e la necessità di comunicare la fede in rete e sarà corroborata dalla testimonianza di chi è impegnato su questo fronte.

Pur non potendo mai sostituire la vicinanza fisica, la proposta della fede anche attraverso i social media è un appuntamento che la Chiesa non vuole perdere. Sono tanti i cristiani che hanno risposto a questo appello, sempre più ordinatamente e con una capacità di abitare gli ambienti digitali sempre più adeguata.

Don Alberto Ravagnani

Tra questi la giornalista di Rai Vaticano Costanza Miriano ha intervistato Don Alberto Ravagnani, giovane sacerdote “youtuber” che ha conquistato in breve tempo un grande seguito sui profili social che gestisce. Molto seguiti e rilanciati sono i video su Youtube che realizza con un linguaggio e un montaggio che li rendono immediati, fruibili, convincenti. E per niente a discapito della sostanza: Don Alberto, vicario alla Pastorale giovanile della parrocchia di San Michele a Busto Arsizio, diocesi di Milano, segue in prima persona le attività dei ragazzi e degli scout. Vive soprattutto l’oratorio, quello classico dove si gioca a calcio su campi dal terreno sempre bisognoso di manutenzione.


DON ALBERTO RAVAGNANI

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Il suo modo di stare in rete non ha nulla della goffaggine di alcuni “boomers” che si atteggiano a giovani. E’ giovane davvero; conosce gli strumenti, è un sacerdote e sa che Cristo non va reso amabile, non ha bisogno di essere adattato, non va smussato. Solo il nostro linguaggio ha bisogno di nuova freschezza, non la verità della nostra fede.

Aleteia, una rete cattolica mondiale

Anche Aleteia ha potuto offrire il suo contributo: come portale generalista cattolico ha nella propria missione la fedeltà alla Chiesa e al suo magistero, la diffusione del vangelo e della sua bellezza anche a chi è lontano e crede di non poterne avere beneficio.

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Una riflessione particolare ha meritato la distanza interpersonale che la gestione della pandemia ha imposto a tutti e che ha suscitato in tanti cristiani e nella chiesa tutta uno scatto di creatività: i mezzi tecnologici che spesso rischiano di alienarci sono stati costretti a tornare quel che sono: strumenti al servizio del desiderio di comunicare; ambienti per quanto carenti nei quali incontrarci. Ora siamo più sinceramente in attesa di un ritorno alla pienezza delle relazioni che forse, anche quando non esisteva il rischio contagio, tendevamo a trascurare o a impoverire.

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