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L’anello di Maria custodito a Perugia, una devozione da riscoprire

Mariage de Joseph et Marie

© Nancy Bauer - shutterstock

Vetrata con un particolare del matrimonio tra Giuseppe e Maria

Paola Belletti - pubblicato il 22/01/21

E' fatto di calcedonio, una pietra dura; non è una vera e propria reliquia ma ne ha assunto tutto il valore e ha portato nei secoli grandi benefici al popolo e ai singoli. Val la pena tornare ad attingere forza da questo Anello e dal legame che rappresenta, quello sponsale tra Maria SS e S. Giuseppe.

Sul numero 3 del 17 gennaio di Maria con Te spicca un servizio dedicato a un’imminente memoria liturgica legata a Maria e S. Giuseppe: domani, 23 gennaio, è la festa dello sposalizio della Vergine. Sul settimanale mariano trova spazio e attenzione la devozione ad un oggetto che ha assunto nei secoli il valore simbolico della reliquia pur non essendolo e che si riferisce proprio al matrimonio tra la Madonna e San Giuseppe.

L’anello nuziale

Nel duomo di Perugia

è custodito, infatti, uno straordinario anello di pietra rara, che l’analisi gemmologica ha precisato essere di una varietà microcristallina del quarzo detta calcedonio, e che la tradizione riconduce al Santo Anello, ovvero l’anello nuziale della Vergine. (Maria con Te)

Non si tratta di una vera reliquia, spiega Don Fausto Sciurpa, presidente del Capitolo e arciprete della cattedrale di S. Lorenzo. Ma nel tempo ne ha assunto le funzioni e la valenza simbolica:

Dal punto di vista spirituale e culturale lo si può definire un memoriale della nostra fede. Nella percezione popolare ha rivestito anche un valore taumaturgico di protezione da influenze negative, soprattutto per la maternità (specie nei casi di mancanza di latte materno) e di intervento prodigioso in particolari patologie, come quelle della vista. (Ibidem)

Nel vangelo di Luca (1, 27) si dice che Maria fu “promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe”. Non è ozioso concentrarsi ancora di più proprio ora sulla figura e sulla presenza del silenzioso, obbediente, virile custode di Maria e del Gesù che è venuto a salvarci. Che dolcezza soffermarsi su questo momento: Giuseppe che dona l’anello a Maria, che lo infila al suo dito, giovane, magro, ma di una mano di sicuro già abituata al lavoro, al cucito, alle faccende femminili.

Per quanto imperversino le nuove interpretazioni del legame amoroso quanti di noi, con già almeno una decina di anni di matrimonio all’attivo, ricordano con commozione il tremulo, spericolato, forse ingenuo inizio della propria storia? Spesso celebrato di nascosto (perché adesso si tende a fare così; una volta invece il fidanzamento era un atto pubblico e un impegno già seriamente vincolante) e sempre, invariabilmente sancito dal dono di un anello. 

Il Cielo ci vuole vicini e fa il primo passo

Si sa che il Cielo fa così: non annienta le nostre realtà ma se le carica; non umilia le nostre bassezze piuttosto ci dice che siamo sulla strada e che loro non sono solo lassù a sfoggiare perfezione ma sono quaggiù con noi e ci fanno da compagni, non solo da fulgido esempio.

Così sono la coppia di sposi per eccellenza, così possiamo pensare e rivolgerci a Maria e a Giuseppe; senza affrettarci ad immaginarli come modelli compiuti e inarrivabili. Lo sono ma si sono resi raggiungibili.

E’ bello pensare che proprio nel cuore dell’Italia, l’Umbria è proprio, custodisca un segno così bello ed evocativo del legame che ha permesso a Cristo di crescere, lavorare, diventare uomo, amare come si ama in una famiglia.

Il viaggio dell’Anello

Arrivò a Perugia dall’Oriente e, come spetta agli Anelli che muovono popoli e storie, vi giunse dopo alterne vicende, guerre, sparizioni, ritrovamenti. Ne abbiamo già parlato anche sulle nostre pagine.

La Chiesa perugina ha custodito e venerato questo cimelio antico e prezioso qule memoriale del Matrimonio di Maria e Giuseppe, scelti dall’amore misericordioso di Dio per accogliere il Verbo di Dio che si fa carne in Gesù, assumendo la nostra umanità per innalzarla fino a Dio e ricondurla al progetto originario del suo amore”, continua don Fausto Il Santo Anello quindi, sottolinea il sacerdote, è “memoriale” del vincolo nuziale tra Maria e Giuseppe, custodi amorevoli di Gesù, immagine ed esempio per la famiglia umana, spazio accogliente per ogni autentica crescita deli sposi e dei propri figli, che il sacro vincolo del matrimonio garantisce nel tempo. Spazio e per educarsi a una disciplina spirituale per apprendere la vera scienza della vita e la superiore sapienza delle verità divine”.  (Ibidem)

Con le restrizioni causate dalla pandemia anche le relazioni hanno patito; per questo, proprio ora, conviene che torniamo alla fonte, a ciò che può davvero rinnovare i nostri legami. Anche in questa direzione va l’indizione dell’Anno della Famiglia Amoris Laetitia che inizierà il 19 marzo, festa di San Giuseppe.

Santo Anello perugia
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Esposizione dell’Anello

Le esposizioni ufficiali dell’Anello sono due e sono fissate per il 29 e 30 luglio e per l’1-12 settembre; dopo un rituale di apertura con le chiavi che sono distribuite a 14 persone di fiducia della comunità, sia ecclesiale che civile, l’anello viene spostato dal luogo dove è custodito e reso raggiungibile dai devoti. Alle coppie di fidanzati in quell’occasione è chiesto di prefrare di fronte ad esso tenendosi per mano, agli sposi invece di toccare con la propria fede nuziale l’anello reliquia. Come a significare proprio questo scambio di nutrienti, questo attingere forza da una sorgente più limpida, abbondante e duratura dei nostri bellissimi, commoventi ma poveri amori umani.


Santo Anello perugia

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