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Cosa deve fare la Chiesa per rendere ancora efficace l’incontro con Cristo?

MODLITWA PRZED KOŚCIOŁEM

M.Moira | Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 15/01/21

Non deve minare la basi, ma aprire varchi nel tetto, come fanno gli amici del paralitico nel Vangelo di oggi. Per poter essere efficace non deve rinunciare alla radicalità del Vangelo ma ai contenitori in cui è abituata ad operare.

Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone.

Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico.

Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?».

E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico -: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua».

Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!». (Mc 2,1-12)

Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola.

La fama che gli ha procurato il lebbroso guarito diventa evidente in questo episodio raccontato dal vangelo di oggi in cui la sola informazione che Gesù è in casa ha come conseguenza un assembramento talmente numeroso che non c’è più possibilità di passare per entrare in casa.

In questa situazione di impossibilità chi ne fa le spese è soprattutto chi è meno fortunato, chi non ha potuto correre, chi non è riuscito a farsi spazio, ad arrivare per primo.

Ecco perché l’arrivo di un paralitico è accompagnato dalla constatazione che non c’è strada che conduca a Gesù. Eppure gli amici che accompagnano quest’uomo non si lasciano scoraggiare e trovano un ingegnoso modo di aggirare l’ostacolo:

Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov’egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico.

Plasticamente il vangelo di oggi ci spiega in che modo la Chiesa deve riformarsi per rendere ancora efficace l’incontro con Cristo: essa non deve minare la basi, ma aprire varchi nel tetto, cioè per poter essere efficace non deve rinunciare alla radicalità del vangelo ma ai contenitori in cui è abituata ad operare.

Se infatti fino a non molti decenni fa la società si costruiva attorno a una piazza, a un campanile, ad una fontana, a una Chiesa, oggi questo concetto di comunità non esiste più.

Non esiste più il tetto della parrocchia tradizionale a garantirci che c’è abbastanza spazio per l’incontro con Cristo.

Dobbiamo allora avere il coraggio di aprire strade e varchi nuovi nelle esperienze tradizionali che viviamo, e allo stesso tempo dobbiamo allontanare da noi la tentazione di pensare che la gente la si avvicina rendendo il vangelo meno vangelo. Gesù scandalizza i presenti e anche la Chiesa non deve aver paura di fare questo. Sara così “salda” e “creativa”.

Marco 2,1-12

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