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Quali sono i Paesi in cui è più difficile essere cristiani?

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Islamic State’s AMAQ News agency

John Burger - pubblicato il 15/01/21

La Corea del Nord guida la lista della persecuzione religiosa nella World Watch List di Open Doors del 2021

L’oppressione religiosa può avere varie forme, secondo un nuovo rapporto di Open Doors, un’organizzazione che monitora la persecuzione dei cristiani nel mondo.

L’edizione 2021 della World Watch List, che Open Doors pubblica annualmente da vari anni, descrive la situazione dei cristiani in 50 Paesi. La lista vede al primo posto la Corea del Nord, dove secondo Open Doors l’oppressione dei cristiani è più grave.

Una situazione complessa

Questa oppressione non ha sempre la stessa causa. In alcuni luoghi deriva dall’“oppressione del clan”, che Open Doors definisce come una persecuzione interna tra un gruppo di persone. Un esempio è l’Afghanistan, dove l’organizzazione dice che vivere apertamente da cristiani è impossibile.

“I convertiti al cristianesimo affrontano gravi conseguenze se viene scoperta la loro nuova fede”, afferma il rapporto.

“Essenzialmente, i convertiti hanno due opzioni: lasciare il Paese o rischiare di essere uccisi. Se la loro famiglia scopre la conversione, la famiglia stessa, il clan o la tribù deve salvare il suo ‘onore’ diseredando il credente, o perfino uccidendolo. I cristiani di background musulmano possono anche essere spediti in un ospedale psichiatrico, perché abbandonare l’islam è considerato un segno di follia”.

Altre fonti di persecuzione includono l’oppressione islamica (Libia, Pakistan e Iran, tra gli altri) e quella comunista e post-comunista (Corea del Nord, Cina).

In Eritrea ed Etiopia, la fonte dell’oppressione è il “protezionismo denominazionale”, il che significa che il gruppo cristiano dominante opprime una comunità cristiana minoritaria.

“I cristiani di denominazioni non tradizionali affrontano la più dura persecuzione in Eritrea, da parte sia del Governo che della Chiesa Ortodossa (EOC – l’unica denominazione cristiana riconosciuta dal Governo)”, afferma il rapporto. “Le forze governative monitorano le telefonate al cellulare e conducono innumerevoli raid che hanno come bersaglio i cristiani e possono portare ad arresti e incarcerazioni senza processo. Molti cristiani sono detenuti nell’intricato sistema di prigioni disumane del Paese. I loro cari possono non sapere dove si trovino, e perfino se siano ancora vivi”.

Nazionalismo religioso

In India, la causa dell’oppressione è il nazionalismo religioso. Gli estremisti induisti credono che tutti gli Indiani dovrebbero essere induisti, e che il Paese dovrebbe sbarazzarsi di cristianesimo e islam, sostiene il rapporto:

“Per raggiungere questo risultato, usano violenza diffusa, prendendo di mira soprattutto i cristiani di background induista. Nei loro villaggi, i cristiani vengono accusati di seguire una ‘fede straniera’, e spesso vengono attaccati fisicamente. Se non si ‘riconvertono’, la loro comunità può boicottarli, con effetti devastanti sulla loro capacità di guadagnarsi da vivere e comprare del cibo”.

La situazione in Egitto

I cristiani egiziani, dice Open Doors, soffrono per via di una “paranoia dittatoriale”, che porta un leader politico e la sua cricca a dominare ogni aspetto della società. “Il dittatore viene colto dalla paura che qualcuno, in qualche luogo, stia progettando un rovesciamento”, spiega Open Doors. “A nessuno è permesso di organizzarsi al di fuori del controllo statale”.

“La persecuzione contro i cristiani in Egitto si verifica soprattutto a livello di comunità, e più di frequente nell’Alto Egitto. Gli incidenti possono variare, dalle donne cristiane che vengono molestate in strada alle comunità cristiana che vengono tirate via dalle proprie case da folle estremiste. Anche se il Governo egiziano parla positivamente della comunità cristiana del Paese, la mancanza di una seria applicazione della legge e la mancanza di volontà da parte delle autorità locali di proteggere i cristiani rende i credenti vulnerabili agli attacchi”.

Il Papa ortodosso copto Tawadros II ha spiegato di recente la situazione in un modo un po’ diverso:

“Quando mi incontro con i leader del mondo, loro mi chiedono sempre della persecuzione che ci starebbe colpendo in Egitto, e io rispondo che non c’è persecuzione, e rifiuto in maniera netta questa espressione per definire la nostra condizione nel nostro Paese”, ha detto, secondo un rapporto di Fides. Anche se i copti affrontano difficoltà e problemi collegati alla violenza e alla discriminazione settaria, questi problemi non rappresentano una persecuzione religiosa sistematica.

In generale, Open Doors ha scoperto che il coronavirus e le misure prese per contenerlo hanno peggiorato la situazione delle minoranze cristiane in molte parti del mondo. Le restrizioni hanno permesso ai militanti islamici di agire più liberamente per aumentare la violenza contro i cristiani nell’Africa sub-sahariana e in Stati autoritari come la Cina, per estendere la propria sorveglianza e il controllo sui cristiani.

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